(Teleborsa) -
Porte aperte e disponibilità al dialogo da parte della Commissione UE in merito alla
procedura d'infrazione per debito eccessivo annunciata all'Italia.
"
La mia porta resta sempre aperta. Siamo sempre pronti ad ascoltare", ha dichiarato in conferenza stampa il commissario UE agli Affari economici,
Pierre Moscovici, sottolineando allo stesso tempo che la procedura è giustificata dai numeri e dal mancato rispetto del criterio del debito.
"I dati 2018 per l'Italia sono problematici su due fronti:
invece di essere ridotto, il debito sale da 131% a 132% e il
deficit strutturale che avrebbe dovuto calare di 0,3% peggiora di 0,1%, creando un gap di 0,4%. Sfortunatamente anche per il 2019 vediamo un peggioramento dello strutturale, mentre il Consiglio aveva raccomandato uno 0,6% di miglioramento e
le autorità italiane si erano impegnate a dicembre a non peggiorarlo", ha spiegato Moscovici.
Il commissario UE ha chiarito di essere sempre pronto a "uno scambio di vedute su cifre, fatti, ed elementi oggettivi, e dobbiamo farlo ora. Siamo pronti ma
è il governo italiano che deve indicare che la procedura per deficit eccessivo può essere evitata e come".
"Siamo chiari: non la stiamo aprendo oggi - ha ribadito Moscovici - Sta al Consiglio ora esprimere la sua visione sulla materia e sulla nostra analisi, che è meramente fattuale. In attesa di questa opinione, non vedo alcun bisogno di speculare".
Alla domanda di un giornalista olandese sul perché non avesse raccomandato l'apertura della procedura a dicembre, il commissario UE ha risposto citando Edith Piaf: "Non, je ne regrette rien. Rien de rien.
Non mi pento. Allora la situazione era diversa".
Oggi, è tutto un altro discorso, perché l'analisi della Dg Ecfin si basa su "dati ex post", cioè a consuntivo, e non previsionali. "Credo che
abbiamo preso la decisione giusta in dicembre e che quello di oggi sia l'approccio giusto", conclude.
(Foto: Shimera/Etienne Ansotte - © Unione Europea)