(Teleborsa) - A causa del prolungato silenzio prima della riunione del 9-10 dicembre, "l’
incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve rimane
elevata", ha commentato
Paolo Zanghieri, Senior Economist di Generali Investments.
I verbali di ottobre, infatti, hanno rivelato "una
forte divisione tra chi preferisce indebolire il mercato del lavoro e chi invece si concentra sulla persistente inflazione—una divisione ancora irrisolta dall’assenza di dati su occupazione e prezzi di ottobre", evidenzia l'economista.
I "recenti commenti di
Williams, presidente della Fed di New York, che ha suggerito “spazio per ulteriori aggiustamenti” sui tassi, hanno fatto salire le aspettative di mercato per un taglio dei tassi a dicembre dal 30% al 60%".
Zanghieri ritiene che la
probabilità di un taglio a dicembre sia del 50/50.
"Data la scarsità di nuovi dati, sarebbe ragionevole che la Fed
aspettasse fino a gennaio, pur mantenendo un orientamento accomodante. Più importante, però, è che le aspettative di mercato per
quasi quattro tagli nel prossimo anno, basate sulla speranza di una rapida disinflazione, sembrano
troppo ottimistiche; prevediamo solo 50 punti base di riduzione entro l’estate. È probabile un
rallentamento nell’ultimo trimestre, ma le
riduzioni fiscali dovrebbero sostenere la domanda all’inizio del 2025, impedendo un calo rapido dell’inflazione dei servizi", ha spiegato l'esperto.
"La nostra visione è
generalmente positiva - ha concluso Zanghieri -, ma permangono
rischi di ribasso a causa di segnali di
indebolimento del mercato del lavoro. Se l’occupazione dovesse
peggiorare bruscamente, la posizione
leggermente restrittiva della Fed lascerebbe
ampio spazio a stimoli".