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Alstom, Elisa Balocco Direttore Progetti: obiettivo 25% di donne in ruoli professionali entro il 2025

"Stiamo lavorando per ridurre il gender gap ma non sempre è facile trovare le figure professionali da inserire". La meccanica "spaventa" ancora le ragazze

Economia, Trasporti
Alstom, Elisa Balocco Direttore Progetti: obiettivo 25% di donne in ruoli professionali entro il 2025
(Teleborsa) - Elisa Balocco, Direttore Progetti Alstom del sito italiano di Savigliano, in provincia, di Cuneo, si è occupata tra l'altro del Programmo "Pendolino" per l'operatore polacco PKP e dei treni regionali "Jazz" di Trenitalia. Da alcuni anni è Responsabile delle "gare" e appunto dei progetti di sviluppo. Donna manager tra uomini, Teleborsa l'ha incontrata nel suo posto di lavoro.



Donna ed ingegnere meccanico in un sito dove gli uomini sono ancora la stragrande maggioranza….

"Non parlerei più di stragrande maggioranza, ma solo di maggioranza…Un paio di esempi: nel 2015 il team di pianificazione che gestivo era praticamente costituito tutto da donne, tanto che scherzando il mio capo diceva che la diversity da me erano gli uomini! Venendo a tempi più recenti, oggi nel Site Management Committee di Savigliano siamo 5 donne e 8 uomini. E queste proporzioni sono destinate ancora ad evolvere e crescere".

Eppure di donne in giro per lo stabilimento se ne vedono, qualche numero?

"In Alstom Italia su una popolazione totale di 2798 dipendenti (dato al 31 aprile 2019 senza internali) il 15% è donna e l’85% uomo. Stiamo lavorando per ridurre il gender gap ma non sempre è facile trovare le figure professionali da inserire. In Italia manca una cultura delle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e quindi le ragazze si orientano su studi scegliendo facoltà non scientifiche. Secondo uno studio fatto da Boston consulting group Women at The Top questo gap parte da lontano: dai banchi di scuola, dove l’orientamento gioca ancora un ruolo centrale. Le ragazze, infatti, continuano a essere più orientate verso percorsi di studio di carattere umanistico, dove l’occupazione, a un anno dalla laurea, si ferma al 40%. La percentuale di donne che trova occupazione al termine degli studi di Ingegneria balza invece al 79%, sempre in un arco di 12 mesi dalla laurea".

E negli altri stabilimenti Alstom, sia in Italia che all’estero?

"La situazione è molto variabile a seconda delle diverse tipologie di attività. E' evidente che sui cantieri, nella produzione e nelle attività di manutenzione per la tipologia di lavoro richiesto si fa fatica a trovare personale femminile da inserire. In generale il gruppo Alstom a livello mondiale ha raggiunto il 20% di popolazione femminile in ruoli professionali e manageriali, ma il nostro obiettivo è di arrivare al 25% nel 2025".

Alstom da mesi è impegnata in azioni e iniziative per stimolare l’interesse dei giovani, e soprattutto delle donne, alla meccanica. Vi siete addirittura dati degli obiettivi. Risultati soddisfacenti?

"La strategia di Alstom ha tra i suoi obiettivi iniziative dedicate per le politiche di diversità e inclusione. Abbiamo un obiettivo importante a livello di Gruppo che è il raggiungimento di almeno il 25% delle donne in ruoli manageriali o professionali e l’incremento delle diversità culturali nel senior management, incentivando, al contempo, nelle Regioni e nei Paesi, i talenti locali a raggiungere posizioni apicali. Anche in Italia, Alstom valorizza le differenze espressive dei soggetti, perché crediamo che la diversità rappresenti una risorsa nella progettazione e implementazione di soluzioni creative ed innovative.

Tante sono le iniziative fatte in questo settore. Dal 2018, dopo due anni di fase pilota, è stato introdotto ufficialmente lo Smartworking. Questa pratica offre la possibilità a tutti i dipendenti, che hanno ruoli compatibili, di lavorare un giorno a settimana da remoto, che diventano due per i lavoratori con disabilità. Ad oggi sono circa 1000 i dipendenti che ne fruiscono su tutti i siti italiani, con grande soddisfazione dei dipendenti (risultati di una survey interna: il 77% dei dipendenti per conciliazione della vita professionale e privata, maggiore livello di concentrazione, risparmio di tempo legato agli spostamenti e riduzione di stress e stanchezza). Come Alstom Italia partecipiamo allo studio di Ricerca di Valore D e Università Cattolica "Talenti senza età", dedicato a donne e uomini sopra i 50 anni, al Progetto Inspiring Girls e Sistema Scuola Impresa con Elis, che portano le nostre colleghe, con studi e percorsi professionali scientifici, a diffondere la loro testimonianza nelle scuole medie e superiori, per mostrare a ragazze e ragazzi che possono scegliere libere/i da stereotipi di genere.

Sulla stessa scia abbiamo aderito a Stem in the City (Milano). E siamo stati tra le prime aziende a sottoscrivere il Manifesto per l’Occupazione Femminile. Abbiamo anche introdotto un bellissimo progetto sulla genitorialità Maam, che valorizza le competenze che i neo papà e le neo mamme sviluppano diventando genitori. Ma ci si chiede del perché se aumenta in numero delle matricole delle facoltà di ingegneria i corsi di laurea più gettonati sono quelli ambientali, o gestionali, o al massimo di elettronica? Perchè la meccanica dovrebbe spaventare una ragazza? Solo perché non ha mai maneggiato il meccano da bambina? Ma in realtà non ritengo che la meccanica spaventi una ragazza. Semplicemente interessa di meno rispetto agli altri indirizzi, quelli appunto emergenti. D’altra parte oggi per pubblicizzare un’autovettura (e anche un treno!) si parla del consumo, della riciclabilità dei suoi componenti, di CO2, al massimo della connettività. Tutto il resto si dà per acquisito ed, erroneamente, scontato. Le donne, pragmatiche per definizione, si sono rivolte subito a questi settori, vedendone l’immediata applicazione nella nostra vita di tutti i giorni".

Ingegner Elisa Balocco, Lei prima di arrivare a Savigliano ha fatto esperienze nel settore automotive, altra enclave maschile per eccellenza….

"Ho lavorato nel settore automotive dalla laurea fino al mio ingresso in Alstom, avvenuto nel 2008. Quando ho iniziato, lavoravo agli acquisti, con un team giapponese con cui la Pininfarina stava sviluppando un modello. Quando incontravamo insieme i fornitori, venivo sistematicamente scambiata per l’interprete. E, in quanto tale, spesso i miei interlocutori non mi porgevano neanche il proprio biglietto da visita…. per non parlare dello shock del team nipponico ad avere come interfaccia una donna! Ma devo dire che, superati i pregiudizi iniziali, abbiamo trovato un’ottima intesa.

Poi sono arrivati i treni e mi par di capire che ci si è trovata bene. Ma ce ne sarà uno a cui si è affezionata di più al momento di dargli il via libera e consegnarlo all’impresa ferroviaria che l’ha ordinato…Un figlio preferito c’è sempre…

Come per i figli ogni progetto è un’avventura diversa, con sfide diverse e ostacoli da superare. Se vogliamo parlare dell’ultimo nato, il Pop, si tratta di un progetto stimolante con una sfida di tempi di consegna serrati da rispettare e un cliente, Trenitalia, che non può disattendere le aspettative del pubblico dei Pendolari che vuole nuovi treni si cui viaggiare comodamente e sicuri.
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