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Ex Ilva, Di Maio: "Scadenza del 6 settembre? Lasciateci lavorare"

Per Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, la situazione dello stabilimento di Taranto è "una bomba sociale, economica e occupazionale"

Economia, Industria
Ex Ilva, Di Maio: "Scadenza del 6 settembre? Lasciateci lavorare"
(Teleborsa) - "Abbiamo mantenuto sempre la parola con loro per permettere che si lavorasse anche in condizione di sicurezza. Fateci lavorare perché sono ben cosciente che il 6 di settembre ci sono delle scadenze e in attesa della scadenza stiamo lavorando ogni giorno".

A dirlo ai giornalisti è il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, uscendo del tavolo sulla Pernigotti, in risposta alla domanda sulla possibilità che nel decreto Imprese ci possa essere una norma per ArcelorMittal in vista del 6 settembre, ultima data per risolvere la questione dell'immunità penale - tolta nel dl crescita - per i lavori di bonifica ambientale a Taranto, pena l'addio del gruppo allo stabilimento pugliese.

Per Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, quella della fabbrica tarantina è "una bomba sociale, economica e occupazionale che sta per esplodere se il governo non mette in campo urgenti misure per salvaguardare il futuro dei lavoratori e la continuità dell'attività produttiva".

Palombella, sentito in audizione alla Camera dalle Commissioni Attività produttive e Lavoro, ha ribadito che "la situazione attuale è drammatica. È stato avviato lo spegnimento dell'Altoforno 2 e tra un mese c'è il rischio chiusura dello stabilimento se non si troverà una soluzione sulla tutela legale".

"Il risanamento ambientale - continua il sindacalista - è possibile solo se lo stabilimento rimane in attività, perché nessuno è in grado di investire miliardi di euro per risanare 116 kmq senza attività produttiva in marcia".

"Nel 2015 era stata approvata la tutela legale perché lo stabilimento Ilva era sotto sequestro - puntualizza il leader della Uil - L'accordo del 6 settembre 2018 è stato approvato dal 94% dei lavoratori e non può essere rimesso in discussione, come con l'abrogazione della tutela legale".

Lo stabilimento, ricorda il leader della Uil, "dopo il rigetto del dissequestro dell'Altoforno 2, e con solamente due altoforno in marcia, va verso la fine dell'attività produttiva. Si devono iniziare le bonifiche - conclude Palomblella - per togliere le 3.750 tonnellate di amianto e si devono prolungare i benefici di legge oltre al 2003 per avviare alla pensione i lavoratori esposti all'amianto".
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