(Teleborsa) - La
Fed continua a
pompare denaro nel sistema finanziario statunitense, alimentando preoccupazioni che vi sia qualche ragione specifica per cui sta alimentando le banche in modo così ampio e persistente per la
prima volta dalla crisi del 2008. Si è detto di tutto, compresa l'ipotesi che vi sia qualche Istituto bancario in difficoltà, ma non c'è alcuna certezza sulle ragioni alla base di questi interventi.
L'unica certezza è che
da oggi, 26 settembre, fino al 10 ottobre la Banca centrale statunitense
aumenterà il valore delle iniezioni di liquidità
da 75 a 100 miliardi di dollari, per le
aste overnight (1 giorno), e
raddoppierà da 30 a 60 miliardi le iniezioni con le
aste a 14 giorni.
Un totale, dunque, di
160 miliardi immessi sul mercato. Una misura che certamente risponde ad un
"affanno finanziario" delle banche USA nel breve. Ieri, la Fed aveva offerto 75 miliardi a fronte dei 92 miliardi richiesti dal sistema.
Il meccanismo di iniezione di liquidità della Fed prevede che le banche ricevano finanziamenti a breve dietro garanzia di titoli eleggibili di elevato standing (perlopiù titoli del Tesoro). Normalmente, quando non vi sono situazioni di tensione, lo scambio titoli/liquidità avviene fra banche, mentre un intervento dell'Istituto centrale segnala l'esistenza di qualche "difficoltà".
La
Fed ha più volte
escluso che vi siano
situazioni critiche e rischi sistemici, adducendo gli interventi a una serie di
motivazioni "tecniche". Il mercato però ha fiutato possibili tensioni del mercato interbancario, tanto che i tassi nelle scorse settimane sono volati dal 2% al 10%.
(Foto: Salvatore Cavalli)