(Teleborsa) -
Il settore delle imprese culturali e creatrive è "vivo ed ottimista". Si tratta di una realtà che
occupa complessivamente in Italia circa
830mila persone (il
3,6% degli occupati nazionali). Su un campione di
119 aziende intervistate, emerge che oltre la metà degli intervistati si
aspetta una crescita dei livelli di attività della propria impresa. L'82,4% degli intervistati ha dichiarato di aver realizzato degli
investimenti negli ultimi 3 anni e, di queste aziende, circa un terzo dichiara di averlo fatto
in maniera significativa. Le imprese creative hanno investito soprattutto in nuovi prodotti e nel marketing, mentre le imprese culturali hanno indirizzato i loro investimenti nella digitalizzazione delle attività e nella riqualificazione delle strutture.
Sono i risultati dell'
indagine sulle imprese culturali e creative presentati dalla Direzione Studi e Ricerche di
Intesa Sanpaolo e Mediocredito Italiano. Un mondo ampio e variegato che include spettacolo dal vivo, musei, editoria, musica, produzioni video e cinematografiche. L'indagine è stata condotta nel periodo febbraio-maggio 2019, con la collaborazione della
Fondazione Fitzcarraldo e di alcune delle principali associazioni di categoria del settore (AESVI, AGIS Lombardia, AIE, Federculture e Federvivo).
Le imprese culturali e creative si dimostrano anche molto dinamiche. Basti pensare che oltre la metà delle imprese si aspetta un aumento delle attività nel biennio 2019-2020 e oltre il 60% dei soggetti dichiara che investirà, in particolare in comunicazione e marketing.
Fattori trainanti anche in futuro saranno la presenza di
capitale umano qualificato e l'innovazione (sia di prodotto che tecnologica), riconosciuti come fondamentali per determinare le performance del settore.
Ma per continuare a crescere, in un contesto altamente incerto,
occorre rafforzare le fonti di finanziamento. E in questa ottica il ruolo della Banca diventa fondamentale, proprio perché oltre la metà degli intervistati dichiara che per il proprio sviluppo occorrono in maniera prioritaria finanziamenti a medio lungo termine, con durate e modalità di rimborso adeguate alla propria attività.
Le imprese culturali e creative, data la peculiarità del settore,
chiedono figure con competenze specifiche e prodotti ad hoc, per migliorare la relazione con la banca.
(Foto: Coyau CC BY-SA 3.0)