(Teleborsa) -
Nel 2021 la BCE potrebbe ritrovarsi a fare i conti con la scarsità di Bund e con il raggiungimento limite del 33% di detenzione dei titoli del debito pubblico tedesco. Lo rivelano gli
analisti di Generali Investments, sulla base dell
a tendenza del QE 2.0, che sembra chiaramente confermare l'aspettativa di un
"cambiamento strutturale" a soli tre mesi dal suo avvio.
Un report a firma d
i Florian Spaete, Senior Bond Strategist di Generali Investment, conferma il
persistere di alcune "incertezze" ed uno
"spostamento verso i bond corporate". "Mentre la percentuale media di acquisti di corporate e covered bond - si sottolinea - è stata dell'11,6% e del 5,7%, tra giugno 2016 e dicembre 2018, questa è salita rispettivamente al 19,6% ed all'11,3%".
"Dato il
minore ammontare complessivo del
QE 2.0 ciò non sorprende, in quanto la
BCE non deve fare affidamento sul mercato più liquido delle
obbligazioni sovrane", afferma Spaete, notando che "il maggiore acquisto di
obbligazioni corporate fornisce
un po' di respiro, visto l’avvicinarsi del
limite del 33% in Bund tedeschi" in portafoglio della BCE.
L'analista ritiene peraltro che "
il QE 2.0 porterà comunque alla ribalta il problema della
scarsità di titoli tedeschi" e "supponendo che l'attuale modello continui, tecnicamente il
limite per la "carta" tedesca diventerà vincolante
entro la metà del 2021".