(Teleborsa) -
Impennano i licenziamenti negli Stati Uniti a marzo per effetto della crisi sanitaria globale, che ha colpito molte aziende provocandone la chiusura o una massiccia riduzione degli organici.
Secondo il rapporto
Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno rilevato un taglio di circa
222.288 posti di lavoro, al top dalla Grande Recessione del 2009 ed
in aumento del 292% rispetto ai 56.660 di febbraio. I licenziamenti direttamente imputabili al Covid-19 sono stati 141.844.
Rispetto allo stesso mese del 2018, i licenziamenti sono
aumentati del 267% rispetto alle 60.587 unità di marzo 2019.
Da inizio anno sono stati annunciati licenziamenti per 346.863 unità, con un
incremento dell'82% rispetto ai primi tre mesi del 2019.