(Teleborsa) - La
Banca Mondiale rivede le stime di crescita per il 2020 dei
paesi in via di sviluppo di Europa e Asia Centrale. L'ente internazionale ha deciso di fornire un più ampio range per le previsioni di quest'anno e ha spiegato che la decisione nasce dalle
incertezze relative alle capacità di questi paesi di affrontare la
pandemia.
Quindi
contrazioni del PIL dei paesi emergenti previste tra il 2,8% e il 4,4%, con il secondo scenario molto più probabile del primo. Si tratta di una
revisione al ribasso dal 5,4% al 7% rispetto alle previsioni della banca appena tre mesi fa. "La pandemia farà sicuramente deragliare le prospettive a breve termine pesando sulla domanda interna, esercitando un'ulteriore pressione al ribasso sui prezzi delle materie prime, interrompendo catene di approvvigionamento globali e regionali strettamente collegate, riducendo gli arrivi di viaggi e turisti e diminuendo la domanda di esportazioni dalla regione ," ha spiega la Banca Mondiale in una nota.
Una
ripresa è prevista per il 2021 – con tassi di crescita del Pil tra il 5,6% e il 6,1% – ma molto dipenderà, secondo la Banca Mondiale dalle misure messe in campo per contenere il virus, dal prezzo delle materie e dalla velocità di ripresa dell'area Euro.