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USA, Fauci suona l'allarme: "Rischi enormi se riapriamo presto"

Possibile balzo all’indietro "con gravi conseguenze per la salute pubblica e per l’economia": il virologo gela Trump che però tira dritto

Economia, Politica
USA, Fauci suona l'allarme: "Rischi enormi se riapriamo presto"
(Teleborsa) - Negli Stati Uniti c'è "il rischio reale di innescare un'epidemia che non si è più in grado di controllare". E' l'allarme lanciato dal virologo Anthony Fauci, figura di riferimento nella task force anti-Covid 19 della Casa Bianca, durante la sua audizione di tre ore e mezza davanti alla Commissione Sanità del Senato.

"Occorre riaprire il Paese con prudenza, altrimenti rischiamo un balzo all’indietro con gravi conseguenze per la salute pubblica e per l’economia", sottolinea Fauci che è "cautamente ottimista" per il domani: "Potremmo avere il prototipo di un vaccino tra l’autunno e l’inverno". Attualmente negli Usa si contano oltre 80mila decessi, ma secondo l'esperto il numero delle vittime "probabilmente è molto più elevato del bilancio ufficiale".

Continua, intanto, il pressing di Donald Trump. Di fatto le raccomandazioni degli scienziati sono state superate. Fauci, però, non retrocede e lancia un messaggio a chiare lettere: "Nella media la curva dei contagi inizia lentamente a scendere. In alcune aree, come nello Stato di New York, la tendenza migliora, ma in altre stiamo vedendo l’impennata dell’epidemia. Ci dobbiamo muovere con estrema cautela".

Ieri, intanto, è arrivato anche il monito del Fondo Monetario Internazionale (FMI) in un post sul blog dell'istituto firmato dai direttori del dipartimento europeo e asiatico che invita Europa e l'Asia a "resistere alla tentazione di riaprire le loro economie troppo in anticipo". Secondo il Fondo, una riapertura anticipata potrebbe mettere a repentaglio i progressi ottenuti finora nella lotta contro Covid-19 e porterebbe a ulteriori costi umani ed economici. Segnala l'istituto, inoltre, che alcuni Paesi europei hanno deciso di riaprire le proprie economie relativamente prima della Cina e di altri Paesi asiatici e questo rende l'Europa "più a rischio" di una nuova ondata di contagi.

In quest'ottica, fa scuola il "caso Germania" dove, a due settimane dall'inizio della Fase 2, il tasso di contagio è risalito.

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