(Teleborsa) - Il
mondo del lavoro muove i primi passi verso la normalità, ma sono ancora tanti i nodi da sciogliere per definirla nuovamente tale nel senso a cui eravamo abituati in epoca pre-Covid. "La
pandemia sta fungendo da acceleratore di processi di trasformazione economica e sociale già in atto da tempo. Il cambiamento che si prospetta sarà di lungo periodo e ritornare alla normalità non vorrà dire tornare a vecchie dinamiche: le organizzazioni saranno chiamate ad adattarsi a revisioni continue delle modalità di lavoro e, al contempo, a rivolgere una nuova attenzione alla tutela della salute, anche psicologica dei lavoratori", sottolinea
Felice Torricelli, Presidente di ENPAP, l’Ente di Previdenza degli Psicologi, impegnato da mesi in un incessante lavoro di divulgazione dell’utilità della Psicologia del Lavoro per migliorare l’efficienza delle aziende e la qualità della vita dei lavoratori, soprattutto in questo periodo di
stravolgimenti continui e massivi."La qualità di vita e di lavoro dopo il coronavirus richiederà attenzioni particolari di cui occorre essere consapevoli", sottolineano in coro gli Psicologi del lavoro
Antonia Ballottin, Alberto Crescentini e Franco Amore, tutti e tre membri della
SIPLO (Società italiana di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni) e collaboratori del Tavolo Tecnico sulla sicurezza sul Lavoro di
ENPAP. Il
cambiamento nell’organizzazione del lavoro - basti pensare ad esempio allo
smart working al quale abbiamo dovuto adattarci in maniera pressochè istantanea rinunciando di colpo a ogni forma di contatto con i colleghi - ha, infatti, effetti in
maniera diretta e indiretta sulla
salute dei lavoratori e con i cambiamenti, non sempre desiderati, il
mondo del lavoro dovrà fare pesantemente i conti nei
prossimi mesi.