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Banche, sì alla pluralità senza compromettere concorrenza e solidità

E' quanto emerge da un'analisi condotta da SWG per indagare le priorità delle imprese e l'opinione rispetto a potenziali aggregazioni bancarie

Finanza
Banche, sì alla pluralità senza compromettere concorrenza e solidità
(Teleborsa) - Un sistema bancario pluralista e concorrenziale è elemento essenziale per sostenere l'economia reale e garantire la ripresa dell'economia italiana. E' quanto messo in luce da un'analisi di SWG sul sistema bancario intitolata "L’interazione concorrenziale nel settore bancario. Dimensioni e pluralità: rischi e opportunità per le imprese".

I dati mettono in evidenza che s favore della pluralità si esprime il 75% delle PMI, ma anche il 68% delle grandi imprese e che un sistema bancario concorrenziale ha un ruolo fondamentale nel garantire alle imprese più opportunità di accesso al credito e la comparabilità di prodotti/condizioni offerte (lo sostiene oltre il 90% delle grandi imprese ed una percentuale di poco inferiore di PMI).

Nella percezione delle imprese, il panorama italiano è composto oggi da sette grandi gruppi bancari - Intesa Sanpaolo, Unicredit, BNL - Bnp Paribas, Monte Paschi di Siena, UBI banca, Banco BPM e Credit Agricole - e quattro banche di medie dimensioni (BPER, Credem, Banche Popolari, BCC).

E se da un lato eventuali processi di aggregazione tra soggetti bancari e la conseguente creazione di sinergie potrebbero portare – secondo l’opinione di poco meno del 60% delle imprese interpellate - a un miglioramento del grado di efficienza delle banche e stabilità del sistema creditizio in generale, dall'altro è opinione ampia e condivisa trasversalmente che ciò è possibile solo "a patto che la concentrazione non limiti la concorrenza".

La dimensione plurale del sistema bancario, però, risulta condizionata in modo sostanziale anche dal concetto di solidità, che nel vissuto delle imprese afferisce a una dimensione non meramente economica, patrimoniale e finanziaria e si colloca oggi ai primi posti tra le discriminanti di scelta dell’interlocutore creditizio (al primo per le micro imprese al terzo per le medio-piccole e grandi).

Nell’ottica concorrenziale appare dunque chiara la direzione auspicata dalle imprese: un sistema plurale e stabile guidato da alcuni grandi e solidi gruppi bancari (circa il 70% delle risposte positive).

E ciò diventa più che mai fondamentale in un sistema bancario – come quello italiano – che da lungo tempo soffre di un’importante crisi di fiducia soprattutto da parte della base più ampia e fragile del sistema produttivo rappresentato dalle PMI, che per loro natura sono maggiormente esposte al rischio di credito: solo il 47% delle micro imprese dichiara di avere abbastanza o molta fiducia contro il 53% che nutre poca scarsa fiducia nel sistema bancario).
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