(Teleborsa) - Perdita di decine di migliaia
posti di
lavoro e sudditanza
energetica dagli Stati esteri. A lanciare l'allarme in merito ad un'eventuale approvazione dell'emendamento proposto nel decreto Semplificazioni in merito al
Pitesai (il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) sono le sigle sindacali
Femca-Cisl e
Filctem Cgil.
"Il Governo non permetta questo scempio e non consenta il blocco delle trivellazioni – ha commentato così la proposta la segretaria generale della Femca-Cisl,
Nora Garofalo – è il frutto di un
approccio che è solo
ideologico davanti ad una problematica che investe tutti i cittadini, perchè si parla dell'autosufficienza del nostro Paese sul fronte delle politiche energetiche. Alcune forze politiche, invece di assecondare gli istinti più bassi, come emerso palesemente nel corso della campagna referendaria dell'aprile di 4 anni fa e nella discussione sul Milleproroghe, dovrebbero riflettere sulle conseguenze delle loro proposte".
Per il segretario generale della Filctem Cgil,
Marco Falcinelli, "sbagliare è umano, perseverare è diabolico. L'emendamento inserito nel decreto semplificazioni dal Governo, sul tema delle 'trivellazioni', rischia di
affossare definitivamente l'attività di
upstream nel nostro paese con il bel risultato di provocare la dismissione della produzione industriale di un settore strategico".
"Gli impianti di
Ravenna, di
Gela e della
Val D'Agri – ha aggiunto Falcinelli - rischiano di chiudere e l'impatto negativo sul versante occupazionale colpirebbe non meno di 20.000 persone tra diretti e indotto. Oltre che continuare a far precipitare il Paese in uno stato di assoluta dipendenza energetica dall'estero. Riscontriamo un accanimento miope e sciagurato da parte del Governo, frutto di incompetenza e furore ideologico".