(Teleborsa) - L’acronimo FAANG è oramai largamente utilizzato dagli operatori di Wall Street per identificare i seguenti titoli:
Facebook,
Apple,
Amazon,
Netflix e
Google-Alphabet.
Queste azioni in termini di capitalizzazione rappresentano il 25% dell'
indice S&P500, con una correlazione abbastanza equilibrata rispetto agli indici di riferimento. In particolare, nei momenti di discesa dei cinque colossi, il calo degli indici americani, a volte è stato meno marcato o, addirittura, inesistente.
Il mercato statunitense, ed in particolare
il settore tecnologico di Times Square, ha avuto da marzo a fine agosto un andamento a V, con una salita bruciante da inizio aprile, senza mai prendere fiato, sostenuto dall'enorme liquidità iniettata dalle banche centrali sui mercati, contro ogni previsione di qualsiasi analista.
Ora, è lecito, attendersi una fisiologica correzione, utile a smaltire l'enorme eccesso di ipercomprato accumulato, soprattutto sui titoli FAANG.
Quindi, se un titolo come
Apple perde nell'ultima settimana il 7,41%, che vuol dire una perdita in termini di capitalizzazione di circa 150 miliardi di dollari, siamo di fronte a un ripiegamento fisiologico e salutare per il titolo in questione, anche se sembra una cifra enorme, rapportata al
mercato azionario di Piazza Affari, visto che le blue chips italiane, ossia i titoli che fanno parte dell'indice
FTSEMIB, hanno una capitalizzazione che somma quasi 460 miliardi di euro.
Il mercato azionario americano ha ripreso, con forza, la sua fase rialzista e queste fasi di ripiegamento in corso, rappresentano solo un'opportunità per valutare nuovi acquisti in ottica di medio lungo periodo.