(Teleborsa) - Al Governo "chiediamo un
cambio di passo", "fondamentale anche per ricreare la
fiducia nei cittadini". Lo ha detto il Presidente di Confindustria, Carlo
Bonomi, all'assemblea Assoimprenditori Alto Adige sottolineando che "se non
ricostruiamo dal basso la fiducia tutti gli interventi che facciamo non
avranno effetto"."Tutti i soldi messi in campo nei decreti emergenziali - ha spiegato il leader degli imprenditori - non si sono tradotti in domanda e consumi ma si sono trasformati in
risparmio" e questo "è segno evidente che i
cittadini non si fidano". Secondo Bonomi "il Paese ha bisogno di scelte coraggiose". Nella prima ondata di pandemia "c'è stato metodo corretto" e "ci siamo uniti tutti, con i sindacati e con il Governo abbiamo trovato un metodo con il Protocollo sulla sicurezza" per tenere aperte le produzioni, ha osservato. Poi "c'è stato il
metodo sbagliato, quello cioè che non si è più fatto nulla".
Poi un esplicito riferimento alle parole pronunciate ieri dal Presidente del Consiglio Conte che, illustrando il nuovo DPCM, aveva detto "Dobbiamo salvare il Natale". Io credo - osserva Bonomi - che dobbiamo
salvare la scuola, il futuro dei giovani, il lavoro, il sistema sanitario, la salute, l'economia, lo sviluppo. Questi sono i temi che dobbiamo salvare e lo dobbiamo fare velocemente. Lo possiamo fare solo se staremo uniti e per stare uniti dobbiamo credere nel progetto" e avere
"condivisione". Non manca
l'affondo. "Tre DPCM in 12 giorni e il Governo non ha ascoltato nessuno. Non ha ascoltato noi, non ha ascoltato i sindacati e poi nascono dei problemi", ha detto il numero uno degli Industriali sottolineando che da parte dell'esecutivo "c'è poca attenzione sul tema della manifattura, però tutti tronfi e tutti pronti a dire che l'Italia ha rimbalzato nel terzo trimestre, ma quel rimbalzo lo abbiamo fatto noi,
l'ha fatto l'industria manifattura italiana" e "l'ha fatto da sola".Infine, sul
decreto Ristoro, noi diciamo che "è giusto intervenire ma fate interventi facili, semplici ed efficaci. Anche perchè quelle risorse del decreto Ristoro molto probabilmente sono le stesse che non sono state utilizzate nei
decreti precedenti e che non hanno funzionato", ha concluso.