(Teleborsa) -
Pochi fondi per il sostegno alla scuola e niente per i contratti. E' duro il giudizio del sindacato della scuola
Anief sulla
Legge di Bilancio 2021, una manovra da 38 miliardi di euro, in gran parte in deficit, che impegna
solo 117,8 milioni di euro per ampliare l’offerta formativa. Uno stanziamento che servirà, si legge nel testo approvato, a “ridurre le diseguaglianze” e "favorire l’ottimale fruizione del diritto all’istruzione, anche per i privi di mezzi".
Anief ritiene gli
investimenti prodotti dal Governo per il settore scolastico
non affatto sufficienti. "L'istruzione pubblica deve essere collocata tra le priorità da sostenere: operare a favore della scuola e dell’università significa rilanciare, sul lungo termine, anche l’intera economia", afferma il Presidente el sindacati
Marcello Pacifico.
Fra le
priorità rinnovo del
contratto e aumenti salariali, stabilizzazione
precari, eliminazione
classi pollaio, ripristino
sedi soppresse. Necessaria anche
l'assegnazione ai precari della card per utilizzare gli strumenti informatici, indispensabile per disciplinare la didattica digitale integrata, che vale circa 200 milioni di euro, più una parte adeguata per la
formazione dei docenti e del personale. E ancora, risorse utili per introdurre dei profili professionali
ATA sinora approvati solo sulla carta e il ruolo della
vice dirigenza.
Dalla Legge di Bilancio arrivano davvero pochi soldi per la scuola. Il finanziamento che potenzia l’offerta formativa si rifà all’articolo 1 della legge 440 del 18 dicembre 1997 ed è incrementato di 106,9 milioni di euro nell’anno 2023, di 7,3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e di 3,4 milioni per l’anno 2026.
Il Governo ha inoltre previsto un fondo per l’incremento del
trasporto scolastico pari a
350 milioni, di cui 200 milioni per aumentare il numero dei bus e 150 milioni per adeguare gli scuolabus al rispetto delle norme anti-Covid.