(Teleborsa) -
Cattolica Assicurazioni replica alla decisione di
Banco BPM di esercitare il
diritto di opzione per l’acquisto del 65% di partecipazione detenuta dalla compagnia nelle
jv Vera Vita e Vera Assicurazioni, richiesta dalla banca sulla base di un "asserito cambio di controllo di Cattolica" conseguente all’acquisizione del 24,46% del capitale da parte di Generali.
"La posizione assunta dal BancoBPM - fa notare Cattolica - è del tutto
priva di fondamento, sotto ogni profilo, non trovando riscontro in alcuna previsione né di legge né di contratto come attestato da autorevoli pareri legali indipendenti e dagli orientamenti espressi dalle Autorità di Vigilanza, in particolare col provvedimento di autorizzazione rilasciato da IVASS all’ingresso di Assicurazioni Generali nel capitale".
Cattolica si riserva dunque ogni a
tutela della propria posizione sotto il profilo risarcitorio e reputazionale, ritenendo che l’iniziativa di Banco BPM abbia "effetti solo potenziali e del tutto teorici, perché integralmente e radicalmente
contestata dalla società, che anzi ritiene di avere rilevanti crediti derivanti dagli inadempimenti del Banco BPM agli accordi di Bancassicurazione".
La compagnia ricorda infine che il
prezzo per l’esercizio dell’opzione di acquisto sarebbe determinato
in funzione dell’ammontare dei c.d. own funds, ossia i fondi propri, delle compagnie oggetto della partnership e che , al 30 settembre 2020, la cessione in favore di BancoBPM delle partecipazioni detenute da Cattolica in Vera Vita e in Vera Assicurazioni avrebbe potuto determinare un
effetto negativo pari a 377 milioni di euro sul conto economico IAS/IFRS del Gruppo. Al contrario, l’impatto sulla posizione di solvibilità alla medesima data sarebbe stato positivo per circa 15 p.p. sul
Solvency II ratio del Gruppo Cattolica (portandolo a circa il
176% rispetto al valore comunicato pari a 161%).