(Teleborsa) - Il
Piano di MPS, approvato a metà dicembre e non ancora reso pubblico, potrebbe includere oltre all'ipotesi accreditata di una aggregazione, certamente auspicata dalle autorità europee, anche un
percorso "stand alone", che punterebbe sul modello di
banca delle PMI e su
requisiti minimi di capitalizzazione.
E' quanto anticipa il quotidiano
La Repubblica, secondo cui il Piano predisposto dovrebbe prevedere
mezzi freschi per circa 2-2,5 miliardi di euro nel 2021 ed una
perdita di 562 milioni di euro quest'anno, in seguito a nuovi accantonamenti e oneri da ristrutturazione per circa 500 milioni di euro. La banca dovrebbe poi tornare
in utile nel 2022 con un risultato stimato in 41 milioni di euro. Il recupero della redditività, con un
ROE atteso al 6,3% nel 2025, verrebbe favorito dalla crescita della voce commissioni, pari ad un +4% composto annuo, mentre le masse gestite dovrebbero segnare un +7% medio annuo.
Il Piano si fonda su
tre pilastri. Innanzi tutto una
semplificazione del modello operativo, che coinvolgerebbe anche la gestione delle controllate, ed un rigido
controllo dei costi, con il taglio di 100 filiali e 2670 esuberi, di cui 900 a Siena.
Il secondo pilastro rappresentato sulla
focalizzazione regionale della banca, con un
focus sulle PMI. Alla banca del territorio andrebbero infatti risorse aggiuntive, a fronte di un ridimensionamento della voce "grandi imprese, enti e clienti chiave" con impieghi dimezzati dal 10,6 a a 5,5 miliardi.
Il Piano punterebbe infine su un
rafforzamento patrimoniale e su una
migliore gestione dei rischi: oltre alle risorse aggiuntive vi sarebbe un "cuscinetto patrimoniale" da 1,3 miliardi in autofinanziamento e 400 milioni derivanti da cessioni e ottimizzazione degli attivi. Il tutto per assorbire le perdite su crediti post pandemia, che potrebbero far salire il monte NPL da 4,1 miliardi a 6,8 miliardi al 2025, con un'incidenza del 7,4% sugli attivi. Nel piano sarebbe inserito anche uno "scenario avverso" che potrebbe mettere sotto pressione il CET1, richiedendo un'eventuale emissione di bond AT1 per sostenere il patrimonio.