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Allarme varianti, rischio lockdown totale? Esperti divisi

Ma cresce fronte di quanti sostengono che una nuova chiusura "lampo" sia necessaria. OMS: contagi dimezzati nel mondo da inizio anno

Economia, Salute e benessere
Allarme varianti, rischio lockdown totale? Esperti divisi
(Teleborsa) - Con l'allarme varianti si è aperto un nuovo capitolo nella lunga lotta alla pandemia che va avanti ormai da oltre un anno. "L'agenda non la decidono né i politici né gli esperti: la decide il virus. Finché non lo controlliamo, la realtà è questa". A dirlo Andrea Crisanti, Direttore di Microbiologia e Virologia dell'Università di Padova, ad Agorà Rai Tre, in riferimento alle parole di Walter Ricciardi che ieri aveva chiesto un lockdown di qualche settimana per limitare la diffusione delle varianti.

Sulla stessa linea l'infettivologo Massimo Galli, che parlando alla trasmissione Mattino 5, dice: "siamo tutti d'accordo che vorremmo tutti riaprire, ma io mi ritrovo di nuovo un reparto invaso da nuove varianti, e questo riguarda tutta l'Italia e questo fa facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri". "Le avvisaglie vengono guardando cosa sta succedendo in altri paesi europei e le varianti - ha continuato - Le varianti ci sono e sono maggiormente contagiose e quindi hanno maggiore capacità a diffondersi in situazioni che non si ristendono sicure. E' spiacevole ma è un dato di fatto. Questa è la realtà intorno a cui è inutile fare chiacchiere".

Intanto arriva una nuova circolare del Ministero della Salute sui test antigenici rapidi alla luce della circolazione delle nuove varianti del virus. Da quella inglese a quella brasiliana, le nuove varianti "che presentano diverse mutazioni nella proteina spike, non dovrebbero in teoria causare problemi ai test antigenici, in quanto questi rilevano la proteina N". Tuttavia, "è da tenere presente che anche per la proteina N stanno emergendo mutazioni che devono essere attentamente monitorate per valutare la possibile influenza sui test antigenici che la usino come bersaglio".

"Data la sensibilità analitica non ottimale" di diversi test rapidi oggi disponibili, "è consigliabile confermare la negatività di test antigenici eseguiti su pazienti sintomatici o con link epidemiologico con casi confermati di Covid-19".

C'è spazio però per una buona notizia: il numero dei casi di contagio da Covid-19 a livello globale è diminuito per la quinta settimana consecutiva e dall'inizio dell'anno il bilancio settimanale delle infezioni si è quasi dimezzato: lo ha reso noto su Twitter il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. I casi settimanali, ha precisato, sono passati da oltre cinque milioni nel periodo 4-10 gennaio a 2,6 milioni nel periodo 8-14 febbraio.
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