(Teleborsa) -
"C' è ancora da lavorare". Lo ha detto il Premier
Mario Draghi, uscendo dall'albergo dove alloggia a Bruxelles, rispondendo a chi gli chiede se è soddisfatto delle conclusioni del Consiglio UE. Prima dell'avvio dei lavori,
Draghi e il Presidente francese
Emmanuel Macron hanno avuto un incontro bilaterale durato circa mezz'ora.
Bisogna fare in fretta. Per non danneggiare la
ripresa post-Covid, preservando quella transizione ecologica che ha i suoi tempi e i suoi costi. Questo il chiaro messaggio portato dal Premier italiano a Bruxelles sottolineando che il dossier dei rincari energetici non può subire dilazioni.
L'intesa tra i
27 leader è arrivata solo a notte fonda dando "urgenza" alle linee messe in campo dalla commissione, incluso l'acquisto - su base volontaria - di
stock comuni di gas. Trovato punto di caduta sul grande nodo del
mix energetico, ovvero su quali fonti i Paesi useranno, con il placet del rating di sostenibilità europeo, per avviare la transizione ecologica. Nelle conclusioni del Consiglio, infatti, si sottolinea che verranno considerate le
"specificità" dei vari Paesi. Chi pensa al gas, chi al nucleare, chi al carbone.
Il Presidente del Consiglio ha messo subito sul tavolo l'importanza di un
coordinamento. "Bisogna intervenire al più presto per limitare gli aumenti del prezzo dell'energia, per preservare la ripresa e salvaguardare la transizione ecologica", ha spiegato Draghi. La toolbox elaborata dalla Commissione a inizio ottobre è un primo passo ma
l'Italia - come anche la
Spagna -si è presentata chiedendo più ambizione. Pedro Sanchez, prima di entrare al vertice, ha sottolineato ad esempio che vorrebbe che una prima parte dell'iter si chiudesse già a dicembre. La discussione è stata "molto approfondita", spiega una fonte Ue, formula che nasconde evidenti divisioni. Del resto la stessa
Angela Merkel sulla strada dello stoccaggio comune per calmierare i prezzi è tiepida. Più che intervenire sul mercato è "meglio adottare misure di sostegno sociale, come facciamo ad esempio in Germania", è stata la linea della cancelliera. E poi c'è il concetto di mix energetico, definito da una fonte diplomatica una parole chiave del dossier. Concetto che contiene una domanda cara a tutti i big dell'Ue: quali sono le energie utilizzabili nella transizione alle rinnovabili? La
Francia, ad esempio, sventola la bandiera del nucleare. In Germania, invece, ancora ampio l'uso del carbone.
L'Italia spinge sul
gas. Tutti però devono fare i conti con la
tassonomia europea, che stabilisce cosa è più o meno verde. Conseguenze finanziarie annesse, ovviamente.
Dulcis in fundo, ad accendere la
discussione già tesa anche il ruolo del mercato degli Ets - le emissioni di Co2 - sul
caro-prezzi. La Spagna chiede maggiore vigilanza, la Repubblica Ceca l'ha messo letteralmente nel mirino mettendo a rischio l'intesa sul testo finale. Alla fine le conclusioni del vertice incaricano la Commissione di mettere in campo uno studio sulla funzionalità del mercato energetico e su quello degli Ets. Valutando se movimenti speculativi necessitano di
"ulteriore regolamentazione".