(Teleborsa) - La
Banca centrale russa ha deciso di
ridurre il tasso di riferimento di 150 punti base, dall'11% al 9,5%, riportandolo ai livelli pre-conflitto. Si stratta di una riduzione superiore a quella atteso dagli analisti, che stimavano un costo del denaro al 10%. La Bank of Russia "
considererà la necessità di una riduzione del tasso chiave nelle sue prossime riunioni", si legge nello statement rilasciato al termine del meeting guidato dalla governatrice Elvira Nabiullina.
Il c
ontesto esterno per l'economia russa "resta difficile e limita notevolmente l'attività economica". Allo stesso tempo, l'inflazione sta rallentando "più rapidamente e il calo dell'attività economica è di entità inferiore rispetto a quanto previsto dalla Banca di Russia ad aprile". L'istituzione sottolinea che i recenti suggeriscono che i tassi di crescita dei prezzi a maggio e all'inizio di giugno sono stati bassi. "Ciò è dovuto all'andamento del tasso di cambio del rublo e all'attenuarsi dell'impennata della domanda dei consumatori nel contesto di un marcato calo delle aspettative di inflazione di famiglie e imprese", viene spiegato.
Secondo le previsioni della Banca di Russia, data l'attuale politica monetaria,
l'inflazione annua sarà del 14–17% nel 2022, scenderà al 5–7% nel 2023 e tornerà al 4% nel 2024.
Bank of Russia riconosce che il calo dell'attività economica è causato dall'andamento sia della domanda che dell'offerta. "I dati dell'indagine mostrano che
le imprese stanno ancora lottando per sistemare la produzione e la logistica, nonostante la nascente diversificazione nei fornitori di prodotti finiti, materie prime e componenti, nonché nei mercati di vendita - si legge nella nota - L'attività dei consumatori in termini reali è in calo poiché le famiglie mostrano un'elevata propensione al risparmio e i redditi reali si riducono".