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UE, investimenti imprese a rischio con molteplici shock. Italia meglio della media

I dati della nuova edizione dell'Indagine della BEI sugli investimenti (EIBIS)

Economia
UE, investimenti imprese a rischio con molteplici shock. Italia meglio della media
(Teleborsa) - Le imprese dell'Unione europea sono riuscite ad attraversare il travagliato periodo della pandemia con risultati migliori del previsto, anche se oggi devono fare i conti con nuovi enormi shock che mettono alla prova la loro capacità di resilienza. Nonostante ciò, sono poche le imprese che nel 2022 si attendono risultati peggiori rispetto a quelli pre-pandemia, grazie all'ampio e celere sostegno politico e al forte rimbalzo della domanda intervenuti nella prima metà dell'anno. In particolare, l'84% delle aziende prevede che le vendite del 2022 tornino almeno ai livelli pre-pandemia. Sono i dati che emergono dalla nuova edizione dell'Indagine della Banca europea per gli investimenti sugli investimenti (EIBIS 2022).

"Viviamo in un periodo di incertezza attraversato da ripetuti shock: la resilienza delle imprese è messa alla prova - ha dichiarato Debora Revoltella, capo economista della BEI - Durante la pandemia le imprese dell'Unione europea si sono impegnate nella trasformazione e ora utilizzano tecnologie digitali avanzate a un grado comparabile a quello delle imprese statunitensi. Le imprese dell'UE hanno investito sempre di più nell'azione per il clima. Il nuovo shock dovrebbe agire da ulteriore stimolo. La risposta allo shock energetico dovrebbe gettare le basi per un mercato dell'energia dell'UE più efficiente e affidabile e deviare i finanziamenti verso l'innovazione verde".

Il trend degli investimenti

Dopo il crollo del 2022, gli investimenti hanno iniziato a riprendersi dall'inizio del 2021 fino al secondo trimestre del 2022 (le interviste per il report sono state realizzate da aprile e luglio 2022). Tuttavia, con gli investimenti del settore aziendale ancora inferiori rispetto al quarto trimestre del 2019 e gli investimenti delle famiglie vulnerabili, il nuovo shock innescato dal conflitto Russia-Ucraina peserà nuovamente sui livelli di investimento aggregati.

In sostanza, crisi energetica, inflazione e irrigidimento della politica monetaria rischiano di porre gli investimenti delle imprese su una traiettoria negativa.

I livelli di investimento nel secondo trimestre del 2022 sono diminuiti o sono rimasti stabili in molti paesi rispetto all'ultimo trimestre del 2019, con alcune eccezioni positive come Danimarca, Italia, Irlanda e Svezia, dove i livelli di investimento sono aumentati di oltre il 10%.

La quota di imprese dell'UE che hanno investito nel 2021 è rimasta relativamente stabile rispetto al 2020 (81%), al di sotto delle quote pre-pandemia (circa 86%). Tuttavia, le imprese dell'UE avevano aspettative positive sugli investimenti per l'intero 2022, con il 20% in più di imprese che prevedeva di aumentare anziché diminuire gli investimenti.

Gli ambiti di investimento

Le imprese non hanno segnalato gravi lacune negli investimenti, con l'80% che ha affermato che le proprie attività di investimento negli ultimi tre anni erano state l'importo giusto, in modo simile a EIBIS 2021. Guardando al prossimo triennio, gli investimenti in interventi di sostituzione rimangono la priorità principale per gli investimenti delle imprese (35% delle imprese), mentre la quota di imprese che privilegia l'espansione della capacità e gli investimenti in nuovi prodotti o servizi è rimasta abbastanza stabile (rispettivamente 29% e 24%). La quota di imprese senza piani di investimento è leggermente aumentata (11% contro 9% in EIBIS 2021).

Quasi un terzo delle imprese dell'UE (34%) ha sviluppato o introdotto nuovi prodotti, processi o servizi nel quadro delle proprie attività di investimento, una percentuale analoga a quella dell'EIBIS 2021 (36%). I dati dell'Indagine EIBIS di quest'anno indicano anche un divario crescente nell'innovazione tra UE e Stati Uniti, con una percentuale inferiore del 19% di imprese europee che dedicano investimenti nel settore.

La disponibilità di finanziamenti

Dal report della BEI emerge anche che le imprese hanno sottolineato che la disponibilità di finanziamenti esterni stava peggiorando nel breve termine, anche più che al culmine della pandemia. In peggioramento anche le prospettive per la disponibilità di finanziamenti interni per investimenti (passando quindi da un miglioramento netto a uno stabile). È iniziata a salire anche la quota di imprese soggette a vincoli di finanziamento (6,2% nel 2022 rispetto al 4,7% nel 2021).

Gli ostacoli a investimenti a lungo termine

L'incertezza e la mancanza di competenze continuano a svolgere un ruolo importante come impedimenti per gli investimenti a lungo termine, con il 78% e l'85% delle imprese, rispettivamente, che menzionano questi fattori come vincoli. Rispetto a tutte le precedenti ondate EIBIS, si è registrato un aumento della quota di imprese che dichiarano i costi energetici come un vincolo per gli investimenti (82%), in particolare quelle che lo vedono come un ostacolo importante (59%).
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