(Teleborsa) - I
maggiori ostacoli a lungo termine agli investimenti delle imprese nell'Unione europea sono la
disponibilità di personale qualificato (85%), i
costi energetici (82%) e l'
incertezza sul futuro (78%), in una situazione simile a quella degli Stati Uniti. È quanto emerge dell'
edizione 2022 dell'Indagine sugli investimenti della Banca europea per gli investimenti (BEI), l'istituzione finanziaria che eroga finanziamenti a lungo termine per investimenti validi al fine di contribuire agli obiettivi strategici dell'UE.
La
principale novità rispetto all'anno precedente è la
barriera relativa ai costi energetici. Le imprese dell'UE, in particolare, percepiscono questo come un grosso ostacolo, sottolinea il rapporto basato su interviste a 13 mila aziende realizzate da aprile e luglio 2022.
Come l'anno precedente, una delle
principali differenze tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti è la barriera all'
accesso ai finanziamenti, che viene segnalata più frequentemente come barriera dalle imprese dell'UE che dalle imprese statunitensi.
Al contrario, le aziende negli Stati Uniti tendono a segnalare più frequentemente rispetto alle aziende dell'UE gli
ostacoli legati alle normative aziendali e del mercato del lavoro, nonché a infrastrutture di trasporto adeguate.
Alla domanda sulle loro attività di investimento, le società percepiscono ciascuno dei seguenti come un ostacolo in queste percentuali:
domanda di prodotti o servizi (UE 52%, Italia 65%), disponibilità di
personale qualificato (UE 85%, Italia 75%), costi energetici (UE 82%, Italia 88%),
infrastruttura digitale (UE 44%, Italia 53%), regolamentazione del lavoro (UE 60%, Italia 71%), regolamentazione pe le aziende (UE 61%, Italia 64%),
infrastrutture di trasporto (UE 48%, Italia 64%), disponibilità di finanziamento (UE 43%, Italia 51%), incertezza sul futuro (UE 78%, Italia 88%).
(Foto: by Samson Creative on Unsplash)