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Wall Street chiusa per il Martin Luther King Day

Finanza
Wall Street chiusa per il Martin Luther King Day
(Teleborsa) - La borsa di Wall Street resta chiusa oggi per i festeggiamenti del Martin Luther King Day. Le negoziazioni riprenderanno regolarmente domani, 17 gennaio. Gli investitori sono già proiettati sugli appuntamenti dei prossimi giorni, sia per quanto riguarda le banche centrali sia per le trimestrali di grandi multinazionali. Sul primo fronte, mercoledì la Fed pubblica il Beige Book, giovedì la BCE pubblica il verbale della riunione di dicembre e venerdì la Banca centrale cinese annuncia la decisione sui tassi. I conti più interessanti, in arrivo domani, sono quelli di Morgan Stanley e Goldman Sachs.

Sul fronte macroeconomico, negli Stati Uniti mercoledì sarà il giorno clou con tre dati in particolare: l'indice dei prezzi alla produzione (PPI), la produzione industriale e le vendite al dettaglio.

Nei prossimi giorni saranno anche analizzati gli interventi di una serie di policymaker e banchieri centrali a Davos, nell'incontro annuale del World Economic Forum (WEF). Tra i discorsi più attesi ci sono quelli della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, e della numero uno del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva.

Un sondaggio del WEF ha intanto mostrato che due terzi dei principali economisti del settore privato e pubblico prevedono una recessione globale nel 2023. Circa il 18% considera una recessione mondiale "estremamente probabile" - più del doppio rispetto alla precedente indagine condotta nel settembre 2022 - e solo un terzo degli intervistati al sondaggio lo considera improbabile quest'anno.

"L'attuale alta inflazione, la bassa crescita, l'alto debito e l'elevata frammentazione riducono gli incentivi per gli investimenti necessari per tornare alla crescita e aumentare gli standard di vita per i più vulnerabili del mondo", ha affermato l'amministratore delegato del WEF Saadia Zahidi.

Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha invece affermato che la frammentazione potrebbe costare all'economia globale fino al 7% del PIL. "Il rischio è che gli interventi politici adottati in nome della sicurezza economica o nazionale possano avere conseguenze indesiderate, oppure possano essere utilizzati deliberatamente per guadagni economici a spese di altri", si legge in un rapporto sul tema, che elenca una serie di fattori che contribuiscono ad aumentare la frammentazione globale, tra cui l'invasione russa dell'Ucraina e la pandemia di Covid-19.
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