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Eurozona, calo più forte mai registrato della domanda di mutui

Finanza
Eurozona, calo più forte mai registrato della domanda di mutui
(Teleborsa) - A fine 2022 l'Eurozona ha registrato un inasprimento sostanziale degli standard creditizi per tutte le categorie di prestiti da parte delle banche e una diminuzione della domanda di prestiti da parte delle imprese e un crollo della domanda di prestiti immobiliari a causa dell'aumento dei tassi di interesse, della bassa fiducia dei consumatori e del deterioramento delle prospettive. È quanto emerge dal Bank Lending Survey (BLS) della Banca centrale europea (BCE).

Secondo l'indagine del gennaio 2023, gli standard creditizi - vale a dire le linee guida interne delle banche o i criteri di approvazione dei prestiti - per i prestiti o le linee di credito alle imprese si sono notevolmente ulteriormente inaspriti nel quarto trimestre del 2022. Esaminando gli sviluppi da una prospettiva storica, l'inasprimento netto dei criteri di concessione del credito è stato il maggiore registrato dalla crisi del debito sovrano dell'area dell'euro nel 2011.

"Le maggiori percezioni del rischio legate alle prospettive economiche e alla situazione specifica del settore o dell'impresa, la minore propensione al rischio delle banche e l'aumento del costo dei fondi hanno continuato a inasprire gli standard creditizi per i prestiti alle imprese dell'area euro", si legge nello studio.

Per il primo trimestre del 2023 le banche dell'area euro prevedono un continuo inasprimento netto degli standard creditizi sui prestiti alle imprese. Inoltre, si aspettano un altro netto inasprimento degli standard creditizi sia per i prestiti immobiliari che per il credito al consumo.

Il calo della domanda netta di mutui per l'edilizia abitativa è stato il più forte mai registrato, mentre anche la domanda di credito al consumo e altri prestiti alle famiglie è diminuita fortemente in termini netti, sebbene in misura minore rispetto ai mutui per l'edilizia abitativa.

"Il calo netto della domanda di mutui immobiliari è stato determinato principalmente dal livello generale dei tassi di interesse, dalla minore fiducia dei consumatori e dal deterioramento delle prospettive del mercato immobiliare", si legge del documento. Nel primo trimestre del 2023 le banche prevedono un ulteriore calo della domanda.

(Foto: Mika Baumeister on Unsplash)
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