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Superbonus, Banca d'Italia: oneri per bilancio pubblico ingenti, riordino spese fiscali non rinviabile

Economia
Superbonus, Banca d'Italia: oneri per bilancio pubblico ingenti, riordino spese fiscali non rinviabile
(Teleborsa) - "Si può stimare, utilizzando tecniche econometriche basate sull'analisi controfattuale, che circa la metà degli investimenti che hanno beneficiato del Superbonus abbiano carattere aggiuntivo, non si sarebbero cioè verificati in assenza dell'incentivo". Lo ha dichiarato il Capo del Servizio Assistenza e consulenza fiscale della Banca d'Italia Giacomo Ricotti in un'audizione alla Commissione Finanze del Senato sugli incentivi fiscali nel sottolineare l'impatto "significativo" del Superbonus sul settore delle costruzioni.

"Anche tenendo conto delle imposte e dei contributi sociali versati a fronte dell'aumento dell'attività del settore, gli oneri della misura per il bilancio pubblico restano comunque ingenti", ha aggiunto Ricotti. "Sulla base dei dati dell'ENEA, gli investimenti residenziali realizzati con questo incentivo alla fine dello scorso gennaio ammontano complessivamente a circa 46 miliardi" ha ricordato Ricotti. "Gli investimenti in abitazioni nei primi tre trimestri del 2022 sono cresciuti di quasi il 40% rispetto allo stesso periodo del 2019 e il comparto delle costruzioni ha registrato notevoli aumenti del valore aggiunto e dell'occupazione (dell'ordine del 27 e del 18%, rispettivamente); si tratta di dinamiche molto sostenute, anche se si tiene conto dell'andamento dei prezzi e dei costi dell'edilizia".

Il Capo del Servizio Assistenza e consulenza fiscale della Banca d'Italia ha poi affermato che "il sistema delle spese fiscali appare caratterizzato da una considerevole onerosità, frammentarietà ed instabilità, in conseguenza della stratificazione nel tempo di diverse misure di incentivo. Un intervento di riordino che restituisca coerenza e razionalità al sistema appare non più rimandabile". "La revisione potrebbe trovare opportuna collocazione nell'ambito di una riforma fiscale più ampia ed organica", ha aggiunto.

Qualunque intervento sugli incentivi fiscali "ha effetti sul bilancio dello Stato e, nei limiti in cui non è coperto da maggiori entrate o minori spese, sul debito pubblico; va quindi valutato innanzitutto in termini di sostenibilità della finanza pubblica", ha poi sottolineato Ricotti. In ogni caso, ha aggiunto, "nel disegno degli incentivi fiscali l'attenzione agli equilibri della finanza pubblica dovrà essere affiancata dalla capacità di aumentare il potenziale di crescita dell'economia. Tanto maggiore sarà il successo sul secondo fronte, tanto minore sarà lo sforzo richiesto sul primo".
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