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Ucraina, un anno di guerra: 13 milioni di persone costrette a lasciare la loro casa

Economia
Ucraina, un anno di guerra: 13 milioni di persone costrette a lasciare la loro casa
(Teleborsa) - È passato un anno esatto dalla notte fra il 23 e il 24 febbraio da quando la Russia di Vladimir Putin ha iniziato l'invasione dell'Ucraina.
L’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu ha conteggiato finora 8.006 civili morti e 13.287 feriti. I bambini uccisi sono 487 e 954 quelli feriti. Si tratta però di dati sottostimati, perché l’Ucraina non fornisce cifre, principalmente per non deprimere il morale del Paese (solo a Mariupol si parla di oltre diecimila vittime). Nessun conteggio ufficiale nemmeno per i caduti in combattimento né da Kiev, né da Mosca. Analisti indipendenti parlano di ben oltre centomila fra morti e feriti solo sul fronte russo.

A dodici mesi dall’invasione russa, sono più di 13 milioni le persone che sono state costrette a lasciare la loro casa: quasi 8 milioni sono rifugiati fuggiti in tutta Europa e circa 5 milioni sfollati all’interno del Paese. Secondo due nuovi rapporti pubblicati ieri dall’UNHCR, l'Agenzia ONU per i Rifugiati, le loro prospettive di fare ritorno nell’immediato, tuttavia, sono offuscate dalle incessanti ostilità, dall’assenza di sicurezza e dal livello di distruzione nelle loro regioni di origine.

Dall’inizio dell’invasione sono stati inoltre denunciati 66 mila presunti crimini di guerra, secondo l’ufficio del procuratore generale Andriy Kostin. Nelle 66 mila denunce fanno parte anche le stragi di Bucha (400 i corpi trovati), di Irpin, di Izium. A Mariupol è stato bombardato il teatro dove avevano trovato rifugio molti sfollati ed era segnalata la presenza di non combattenti.

La Corte penale internazionale non potrà perseguire il crimine perché lo Statuto di Roma - che l'ha istituita – prevede l’esenzione degli Stati non firmatari e né l’Ucraina né la Russia lo hanno fatto. Ed è per questo che l’Ucraina chiede l’istituzione di un tribunale speciale, come nel caso del Ruanda o dell’ex Jugoslavia. Il Parlamento europeo è dalla parte dell’Ucraina e ha approvato a stragrande maggioranza una risoluzione in cui affermava “l’urgente necessità di spingere per la creazione di un tribunale internazionale speciale per perseguire il crimine di aggressione contro l’Ucraina”.
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