(Teleborsa) - Si è concluso ieri il vertice tra il presidente russo
Vladimir Putin e il leader cinese
Xi Jinping. I due Paesi hanno firmato
14 accordi incentrati principalmente sulla collaborazione economica e stretto legami ancora più intensi di quelli già in essere. Xi Jinping avrebbe raccolto inoltre la disponibilità da parte del suo omologo russo ad avviare "al più presto possibile" un dialogo per porre termine alla guerra in
Ucraina, partendo dal "
Position paper" in 12 punti presentato recentemente da Pechino per la soluzione della crisi.
Xi Jinping ha ribadito che "la
Cina è favorevole alla pace e al dialogo" come forma per trovare una soluzione alla crisi, e soprattutto che "le relazioni tra
Russia e Cina non rappresentano un'alleanza politico-militare, non sono di natura da blocco e conflittuale né sono dirette contro Paesi terzi". Putin, sulle richieste di trattative per la pace, ha dichiarato che è
Kiev a non volere attuare il piano di pace cinese, per poi però "ribadire il suo impegno per la ripresa dei colloqui di
pace il prima possibile" cosa che la Cina ha subito dichiarato di apprezzare.
Pechino ha intanto raccolto l'interessamento di Putin alla sua "
Iniziativa per una civiltà globale" che punta a dettare le regole di base della governance mondiale, un sostegno "forte" al principio dell'Unica Cina e al diritto di
Pechino di difendere quella che considera la sua integrità territoriale, nonché un allargamento della
partnership strategica ed economica Mosca-Pechino in un momento di conflitto economico con l'Occidente e di polarizzazione nella stessa regione dell'Asia orientale. I due presidenti hanno poi ordinato di arrivare "il prima possibile" alla firma dell'accordo per il gasdotto
Power of Siberia 2, che deve portare il
gas russo nel sistema di distribuzione cinese, passando per la Mongolia, con la quale è stato raggiunto un accordo di transito.
"La Cina non ha una posizione imparziale" e “finora non abbiamo sentito nulla da Putin e da Xi che ci induca a credere che la guerra in Ucraina finirà presto”. La posizione degli
Stati Uniti è stata affidata al portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa,
John Kirby. Per quel che riguarda la proposta di un
cessate il fuoco, ha ribadito Kirby, non farebbe che "congelare la linea del fronte" ratificando le conquiste russe e dando a Putin "tempo e modo di riorganizzare le sue forze militari", in crisi di mezzi, munizioni e morale. A mettere in discussione l'imparzialità di Pechino inoltre è la
fornitura da parte di alcune società cinesi di
materiale ad uso duale (militare e civile) alla Russia, ha accusato Kirby. Rivelazioni confermate anche dal New York Times, secondo cui il Dragone ha venduto a Mosca droni e componenti per oltre 12 milioni di dollari dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina.