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Bankitalia, con aumento tassi frenano prestiti e risale raccolta obbligazionaria

Banche, Economia
Bankitalia, con aumento tassi frenano prestiti e risale raccolta obbligazionaria
(Teleborsa) - Frenano i prestiti al settore privato a febbraio 2023, confermando l'effetto indotto dai più alti tassi d'interesse praticati dal settore bancario in scia al progressivo aumento dei tassi operato dalla BCE. Dall'ultimo supplemento "Banche e Moneta" pubblicato da Bankitalia, emerge che la crescita dei prestiti al settore privato è rallentata all'1,1% sui dodici mesi dall'1,6% rilevato il mese precedente.

I prestiti alle famiglie, più in dettaglio, hanno frenato a +2,5% sui dodici mesi da +3% indicato il mese precedente, mentre si contrae il credito alle imprese, che fa segnare un -0,5% sui dodici mesi, dopo il dato invariato del mese precedente.

Il rallentamento dei prestiti è conseguenza dei più alti tassi di interesse. I tassi sui mutui per l'acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie (Taeg) sono aumentati a febbraio al 4,12% dal 3,95% di gennaio. Il tasso praticato alle famiglie per il credito al consumo si è collocato al 9,88% dal 9,79% del mese precedente, mentre i tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 3,55% dal 3,72% del mese precedente (quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 4,39% e quelli sui nuovi prestiti di importo superiore al milione al 3,04%).

Quanto alla raccolta, i depositi del settore privato sono diminuiti del 2,4% sui dodici mesi dopo il -1,8 di gennaio, mentre risale la raccolta obbligazionaria, che fa segnare un +3,9% dopo il +0,7% di gennaio. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,54% (0,49% il mese precedente).

"Una stangata", commenta Unione Nazionale Consumatori all'uscita del report di Palazzo Koch, rilevando che "non solo in un solo mese i tassi salgono da 3,95 a 4,12, +0,17 punti percentuali, ma rispetto a febbraio 2022, quando erano a 1,85, decollano di 2,27 punti percentuali".

"Considerando l'importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi così consistente significa che, la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, aumenta, rispetto a un anno fa, da 585 a 744 euro, con un rincaro pari a 159 euro al mese. Una mazzata annua pari a 1908 euro” conclude Dona.
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