(Teleborsa) - Le
grandi banche europee manterranno la loro solida redditività nel 2026, grazie agli ottimi risultati dei primi nove mesi del 2025, afferma Fitch Ratings in un nuovo rapporto sul tema. La crescita del business dovrebbe compensare la continua pressione sui margini di interesse netti (NIM).
Fitch prevede che il
rapporto utile operativo/RWA mediano si manterrà intorno al 3% nel 2026 (primi nove mesi del 2025: 3,1%), ben al di sopra della media pre-2022 del 2%, e supportato da un reddito da interessi netti resiliente, da una solida performance di trading e da una solida qualità degli asset. La solida generazione di capitale interno ha consentito significative distribuzioni agli azionisti, mantenendo al contempo solide posizioni patrimoniali, con un coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 (CET1) mediano del 14,2% a fine settembre 2025.
Le traiettorie del margine di interesse netto divergeranno nel 2026. È probabile che le banche dell'
Europa meridionale subiscano una
maggiore compressione del margine di interesse netto a causa dei tassi più bassi, ma l'accelerazione della crescita dei prestiti dovrebbe mitigare la pressione sui margini per alcune. La ripresa del margine di interesse netto continuerà per le banche francesi, poiché il reprice dei prestiti e la riduzione dei tassi di risparmio regolamentati alleggeriranno i costi di finanziamento. Le banche del Regno Unito sono posizionate per un margine di interesse netto più elevato nonostante il calo dei tassi della Banca d'Inghilterra, supportate da consistenti portafogli di copertura strutturale.
Fitch prevede che le
divisioni di corporate e investment banking genereranno
solidi ricavi da trading nel 2026, dopo un solido primo semestre del 2025, sostenuto dalla continua incertezza. Anche i mercati dei capitali e le attività di consulenza dovrebbero rafforzarsi, sostenuti dai tassi di interesse più bassi.
Gli indicatori di qualità degli attivi sono rimasti stabili, con un rapporto crediti deteriorati mediano del 2,3%. Fitch prevede che la
qualità degli asset rimarrà resiliente nel 2026, con rettifiche di valore medie sui prestiti pari a circa 30 punti base sui prestiti lordi.
"Una
crescita economica più debole, un debito sovrano elevato e incertezze geopolitiche potrebbero influire sulla domanda di prestiti, sulla qualità degli asset e sui costi di finanziamento", si legge nel rapporto.