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CONSOB, in calo gli investitori esteri nelle quotate. Migliora la diversità di genere

Finanza
CONSOB, in calo gli investitori esteri nelle quotate. Migliora la diversità di genere
(Teleborsa) - La quota del primo azionista delle società italiane quotate sull'Euronext Milan risulta in aumento, raggiungendo in media il 49% nel 2023 dal 47,6% nel 2020, circa tre punti percentuali in più rispetto al 2011, mentre la quota del mercato è pari al 39% del capitale (40% nel 2020). È quanto emerge dal Rapporto sulla corporate governance presentato oggi da CONSOB.

In linea con gli anni precedenti, le famiglie continuano a essere i principali azionisti di riferimento, controllando il 63,4% delle imprese quotate, in prevalenza di minori dimensioni (incluse nell'indice Star o non incluse in alcun indice) e operanti nel settore industriale. Lo Stato e gli altri enti locali rappresentano l'azionista di riferimento nell'11,6% delle società, in prevalenza di maggiori dimensioni e appartenenti al settore dei servizi. Non è possibile individuare un ultimate controlling agent (UCA) per il 19% circa degli emittenti, in prevalenza imprese di maggiori dimensioni che operano nel settore finanziario.

La presenza di investitori istituzionali nell'azionariato rilevante delle società quotate italiane a fine 2021 mostra una riduzione rispetto agli anni più recenti, sia nel numero di imprese in cui tali investitori sono titolari di partecipazioni superiori alla soglia di trasparenza proprietaria (55 versus 65 del 2020, a fronte di una quota media oscillante attorno all'8%) sia nel numero complessivo di partecipazioni rilevanti detenute (72, mentre erano 84 nel 2020). Questa contrazione è riferibile soprattutto agli investitori esteri, la cui presenza nel 2021 ha registrato i valori più bassi dal 2013 quanto a numero di società partecipate e dal 2014 quanto a partecipazioni rilevanti. È invece rimasto stabile a 18 il numero di emittenti (in prevalenza di piccole dimensioni) partecipati in misura rilevante da investitori istituzionali italiani, mentre il numero di partecipazioni di questi ultimi è aumentato di una unità (da 19 nel 2020).

Diversità di genere

Con riferimento agli organi sociali, tra le novità più significative emerge la crescente diversità di genere, che a fine 2022 vede attestarsi al 43% la quota degli incarichi di amministratore delle società quotate esercitata da una donna, per effetto dell'applicazione della quota di genere dei due quinti dell’organo prevista dalla Legge n. 160/2019. In linea con gli anni passati, le donne sono in maggioranza consiglieri indipendenti (73%) e raramente ricoprono il ruolo di amministratore delegato o di presidente dell'organo amministrativo (in 17 e 32 casi, rispettivamente).

Partecipazione alla stagione assembleare

La stagione assembleare 2022 delle 100 società quotate a più elevata capitalizzazione ha fatto registrare un'ulteriore crescita della partecipazione degli azionisti: in particolare, è intervenuto in media il 75,4% del capitale sociale, in aumento di circa un punto percentuale rispetto al 2021 e di 5 punti percentuali rispetto al 2012. Gli investitori istituzionali italiani hanno rappresentato il 2,6% del capitale sociale (1,1% del 2012) e hanno preso parte a 94 adunanze (40 nel 2012).

In media, nel 2022 è cresciuto rispetto all'anno precedente il consenso assembleare sia sulle politiche di remunerazione (approvate dal 67,9% del capitale sociale) sia sul voto consultivo sui compensi corrisposti per l'esercizio precedente (voti a favore per il 68,8% del capitale sociale). Nell’ambito dei soli voti espressi dagli investitori istituzionali, nell’ultimo anno è aumentato il dissenso sulle politiche di remunerazione (37,1% del totale delle azioni degli istituzionali, dal 34,5% nel 2021), mentre si osserva l'opposto per il voto sui compensi corrisposti (32,3% del totale delle loro azioni rispetto al 36% del 2021).

Politiche di engagement delle società del FTSE MIB

Uno dei focus del report di quest'anno riguarda l'analisi delle politiche di engagement, che mostra come le società del FTSE MIB abbiano ampiamente dato seguito alla Raccomandazione del Codice di Corporate Governance in merito all'adozione di una politica per la gestione del dialogo con la generalità degli azionisti, pur scegliendo modalità di attuazione eterogenee. In particolare, le politiche si differenziano rispetto alle possibili modalità di svolgimento del dialogo (che può essere anche di tipo proattivo in 17 casi, svolgersi sia in forma bilaterale sia collettiva in 19 casi e in modalità one-way in 15 casi) e rispetto ai possibili soggetti partecipanti (che possono includere anche altri soggetti interni alla società diversi dall’amministratore responsabile, nonché esterni, ulteriori rispetto alla generalità degli azionisti).

Interventi dei soci in materia ESG

Il secondo approfondimento esamina l'interesse degli azionisti nei confronti delle tematiche di sostenibilità analizzando gli interventi dei soci in materia ESG nelle assemblee annuali di approvazione dei bilanci tenutesi negli anni 2018 e 2019 sulla base dei relativi verbali. Negli anni considerati, almeno un socio è intervenuto su tali temi in più di 80 società (rispettivamente 85 nel 2018 e 87 nel 2019) rappresentative del 41% del campione. In media, nel 2018, 1,5 soci per assemblea hanno effettuato interventi su almeno un profilo di sostenibilità (1,4 soci nel 2019), per un totale di voci ESG pari a 411 (384 nel 2019), tenuto conto della circostanza che alcuni azionisti hanno svolto interventi su più di un tema. Gli interventi hanno riguardato in prevalenza il profilo Social, seguito da quelli di Governance ed Environmental. Gli interventi ESG sono stati più numerosi nelle società a maggiore capitalizzazione, operanti nei settori energia e utilities e in quelle che redigono la DNF.
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