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Banche e assicurazioni trainano gli utili nel primo semestre a Piazza Affari, tengono le PMI dell’EGM

I dati nell'ultimo Bollettino Statistico della CONSOB

Finanza
Banche e assicurazioni trainano gli utili nel primo semestre a Piazza Affari, tengono le PMI dell’EGM
(Teleborsa) - Nel primo semestre del 2025 gli emittenti di diritto italiano quotati o negoziati a Milano mostrano una tenuta complessiva dei fondamentali, nonostante un contesto macroeconomico e finanziario ancora incerto. È quanto emerge dall’ultimo Bollettino Statistico Emittenti della Consob che analizza l’andamento dei conti rispetto allo stesso periodo del 2024 .

Banche: utili in crescita a doppia cifra

Le banche quotate su Euronext Milan hanno registrato utili complessivi pari a 16,7 miliardi di euro, in aumento dell’11,9% su base annua. La flessione del margine di interesse (-4%), legata all’avvio del ciclo di allentamento monetario della BCE, è stata più che compensata dalla crescita delle commissioni attive (+11,4%). Migliora anche la solidità patrimoniale: al 30 giugno 2025 il patrimonio netto ha raggiunto 191,3 miliardi di euro, in crescita del 4,1% rispetto a fine 2024. In calo il cost/income ratio, sceso al 51,1%, a conferma di un rafforzamento dell’efficienza operativa.

Assicurazioni: risultati positivi grazie al controllo dei costi

Performance positiva anche per le compagnie assicurative quotate, che hanno chiuso il semestre con utili per circa 3 miliardi di euro, in crescita del 5,9%. Il miglioramento è stato sostenuto soprattutto dal forte contenimento delle spese di vendita, generali e amministrative (-35,8%) e dall’aumento dei ricavi assicurativi (+4,4%). Positivo anche il recupero dei proventi netti da investimenti e prestiti (+362 milioni, a fronte del saldo negativo di 16 milioni nel 2024) e il buon andamento degli altri ricavi operativi (+16%). Questi fattori hanno più che compensato gli elementi negativi, rappresentati dall'aumento degli oneri per sinistri e riserve (+570 milioni, +2,1%), dalle perdite su attività non operative (326 milioni, contro un utile di 167 milioni nel 2024) e, soprattutto, dalla forte riduzione dei ricavi netti da attività di investimento, scesi di 6,7 miliardi (-47,7%). Il patrimonio netto del settore si è invece ridotto dell’1,7%, attestandosi a 42,2 miliardi di euro, anche per effetto della volatilità dei mercati finanziari .

Società non finanziarie: utili in calo

Più debole l’andamento delle società quotate diverse da banche e assicurazioni, che hanno registrato utili complessivi pari a 14,8 miliardi di euro, in flessione del 3,4%. A fronte di una crescita del fatturato del 5,4%, l’aumento dei costi operativi (+8,7%) ha compresso la redditività, con un calo dell’EBIT del 14%. Gli indicatori di redditività mostrano però nel complesso una sostanziale tenuta: il ROE annualizzato è salito all’11,4% (dal 10,9% del 2024), incremento dovuto in parte alla riduzione del patrimonio netto e alla modalità di annualizzazione dei dati semestrali. Prosegue il percorso di rafforzamento della struttura finanziaria e di riduzione della leva, mentre il patrimonio netto è sceso dello 0,9% a 259,9 miliardi di euro.

EGM: PMI in miglioramento

Segnali incoraggianti arrivano dalle PMI negoziate sull’Euronext Growth Milan. Nel primo semestre 2025 gli utili complessivi hanno raggiunto 178 milioni di euro, in crescita dell’8,4%, sostenuti da un forte aumento del fatturato (+13,7%) di 609 milioni di euro. Si rafforza anche la solidità patrimoniale, con il patrimonio netto salito dello 0,7% a 5,1 miliardi di euro. Il report ha evidenziato che, a differenza di quanto osservato sul mercato principale EXM, l’aumento dei ricavi non è stato completamente compensato dalla crescita dei costi operativi, che sono saliti di 578 milioni (+16,2%), né dalle altre voci di spesa. Inoltre, la riduzione degli oneri finanziari (-9,8 milioni di euro, pari a -11%) ha contribuito a migliorare la redditività complessiva. Gli indicatori di redditività mostrano un chiaro rafforzamento: il ROE annualizzato sale al 7%, dal 3,1% del 2024, grazie alla crescita dell’utile netto (in parte amplificata dall’annualizzazione dei dati semestrali). Ancora più significativo, in termini relativi, è l’incremento del ROA annualizzato, che passa dall’1,3% al 2,8%, segnalando una migliore efficienza nell’uso del capitale.
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