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BOE, nuovo taglio dei tassi di 25 punti base al 3,75% con una maggioranza risicata

Banche, Finanza
BOE, nuovo taglio dei tassi di 25 punti base al 3,75% con una maggioranza risicata
(Teleborsa) - Come ampiamente previsto, nella sua ultima mossa di politica monetaria del 2025 - la prossima sarà a febbraio 2026 - giovedì la Banca d'Inghilterra ha votato con un margine risicato per tagliare i tassi di interesse, la quarta sforbiciata di quest'anno.

Il Comitato di politica monetaria (MPC), composto da nove membri, ha votato con 5 voti favorevoli e 4 contrari per ridurre il tasso di interesse di riferimento di 25 punti base al 3,75%.

La mossa arriva in un periodo di dati economici poco brillanti, di un mercato del lavoro in calo e di un recente calo dell'inflazione superiore alle aspettative. La disoccupazione in Regno Unito è aumentata al 5,1%, ai massimi degli ultimi quattro anni e lontana dal 4% registrato ad agosto del 2024. Su base annua, a novembre la crescita dell'inflazione si è attestata al 3,2%, sotto il 3,6% del mese precedente ed il 3,5% stimato dagli analisti, ma ancora lontano dall'obiettivo del 2%.

La BoE ha dichiarato di aspettarsi una crescita economica pari a zero negli ultimi tre mesi del 2025, in calo rispetto a una previsione di crescita dello 0,3% formulata il mese scorso, sebbene ritenga che la crescita di fondo sia più solida, attestandosi a circa lo 0,2% a trimestre.

Tornando alla decisione odierna, i cinque membri che hanno votato a favore del taglio 0,25 punti percentuali (Andrew Bailey, Sarah Breeden, Swati Dhingra, Dave Ramsden e Alan Taylor) hanno sostenuto che il "processo di disinflazione era in corso e la questione chiave era quanto l'inflazione si sarebbe stabilizzata in modo sostenibile all'obiettivo del 2%", si apprende dai verbali della riunione.

In particolare, tre membri di questo gruppo (Andrew Bailey, Sarah Breeden e Dave Ramsden) hanno ritenuto che i "rischi al rialzo per l'inflazione avessero continuato a diminuire, ma avrebbero continuato a valutare i dati emergenti, in particolare per quanto riguarda l'attività del mercato del lavoro e la crescita salariale". Due membri di questo gruppo (Swati Dhingra e Alan Taylor) hanno attribuito maggiore importanza ai rischi al ribasso per l'attività e l'inflazione. I 2consumi contenuti e l'aumento della disoccupazione erano già sufficienti a frenare la persistenza dell'inflazione".

Di contro, i quattro membri (Megan Greene, Clare Lombardelli, Catherine L. Mann e Huw Pill) che hanno preferito mantenere il tasso di interesse invariato, hanno attribuito "maggiore importanza alla persistenza prolungata dell'inflazione, anche a causa di fattori strutturali", si legge nei verbali. Pur riconoscendo i recenti progressi in materia di disinflazione, "i dati attuali e prospettici sull'inflazione dei servizi, sulla crescita dei salari e sulle aspettative di inflazione sono rimasti al di sopra dei livelli coerenti con gli obiettivi. Ciò potrebbe essere sintomatico di cambiamenti più duraturi nel comportamento di determinazione di salari e prezzi". Questi membri, si legge ancora, non erano convinti che "l'orientamento della politica monetaria fosse significativamente restrittivo. Un periodo più prolungato di restrizione politica era giustificato per mitigare questi rischi al rialzo".



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