(Teleborsa) -
NVIDIA, Leonardo, Stellantis e STMicroelectronics sono fra i titoli
più scambiati del 2025, assieme alle immancabili
Unicredit e Banca Monte dei Paschi di Siena, coinvolte anche nelle vicende politiche del Paese. Lo rivela una analisi di
BG SAXO, la joint venture fra Banca Generali e SAXO Bank, che si interroga anche sui motivi di questa tendenza e sulle prospettive del mercato azionario per il 2026.
"Le azioni più scambiate sono come la piazza principale di una città: le persone si recano in quel luogo perché c’è sempre qualcosa di interessante, e perché, nello stesso spazio, si incrociano storie diverse e spesso opposte", spiega R
uben Dalfovo, Investment Strategist di BG SAXO.
"NVIDIA e STMicroelectronics mostrano che
l’AI resta la grande promessa - commenta l'analista - ma nel 2026 il mercato può chiedere più prove e meno slogan. Leonardo racconta una
difesa che diventa struttura, ma anche un titolo su cui molti ribilanciano, perché la narrativa corre veloce. Stellantis ricorda che le
transizioni industriali sono fatte di curve, non di linee dritte. E il confronto tra Monte Paschi e UniCredit suggerisce una
rotazione dentro il tema banche, non una sentenza sul settore. Le piazze sono piene di voci, ma i portafogli migliori, di solito, nascono da decisioni prese quando è tutto più silenzioso".
La top 5 dei titoli più venduti e più acquistatiDa notare soprattutto che la concentrazione degli acquisti e delle vendite solitamente avviene sugli stessi titoli, che compaiono con maggiore frequenza negli ordini degli investitori in entrambe le direzioni. Secondo i dati interni BG SAXO, la classifica degli
acquisti da inizio anno a oggi vede cinque nomi in testa:
NVIDIA, Leonardo, Stellantis, STMicroelectronics e Banca Monte dei Paschi di Siena. Sul lato delle
vendite, invece, il podio cambia leggermente:
Leonardo e Stellantis sono le più vendute, seguite da
NVIDIA, STMicroelectronics e UniCredit.
Complessivamente, queste sei società rappresentano
circa il 10% di tutte le operazioni effettuate nel periodo analizzato. Tra queste operazioni, il 58% è costituito da acquisti e il 42% da vendite, a conferma di una tendenza prevalente a entrare o rafforzare le posizioni piuttosto che ridurle.
Quattro titoli compaiono in entrambe le classifiche: NVIDIA, Leonardo, Stellantis, STMicroelectronics. La loro presenza riflette un
interesse operativo reale: questi titoli sono al centro della conversazione, muovono emozioni e domande. Gli investitori li usano sia per aprire o rafforzare posizioni sia per ribilanciare il portafoglio. In alcuni casi si tratta di prese di profitto, in altri di riduzione del rischio o semplicemente di piccoli aggiustamenti dettati dalla gestione quotidiana degli investimenti.
Il tema dell'Intelligenza artificiale resta ma si chiede di più Il messaggio più chiaro di questa analisi è che l’
intelligenza artificiale resta una calamita. NVIDIA è prima tra gli acquisti e terza tra le vendite. Questa combinazione indica un comportamento diffuso: molti investitori puntano sul potenziale di lungo periodo e continuano ad aumentare l’esposizione, ma intervengono anche per gestire la volatilità, riducendo parzialmente la posizione quando i prezzi salgono o quando il rischio percepito aumenta.
Il mercato entra in una "fase più adulta" e chiede prove: ricavi che crescono, margini che reggono, e soprattutto la capacità di trasformare l’ondata di domanda in guadagni reali. È qui che il
2026 può diventare interessante: l’AI continuerà ad essere un trend, ma cambierà ciò che gli investitori chiedono da questo comparto. L’AI nel 2026 potrebbe premiare chi sa distinguere tra "tema" e "azienda". Il tema può essere fortissimo, ma le aziende dentro al tema non si muovono tutte allo stesso modo, e il mercato inizia a fare differenze più nette.
La Difesa resta centrale ma il prezzo non sale in linea rettaLeonardo è tra i titoli più comprati e più venduti, un segnale che il
tema difesa resta centrale, ma non è una strada dritta. Da una parte, molti investitori continuano a costruire esposizione sulla sicurezza e sull’autonomia industriale europea, dall’altra, proprio perché il tema è forte e visibile, il titolo diventa anche il terreno perfetto per ribilanciamenti.
Il 2026 può essere l’anno in cui il
mercato guarda meno alla parola "difesa" e più alle domande più classiche per valutare ogni azienda, che però restano decisive:
capacità produttiva, tempi di consegna, margini e disciplina nell’esecuzione. Il rischio è sempre lo stesso, ed è molto umano: aspettarsi che la realtà operativa corra veloce quanto la narrativa. Quando le attese salgono più in fretta dei risultati, molti preferiscono rimettere ordine in portafoglio, e le vendite aumentano. È esattamente ciò che questa doppia classifica suggerisce.
Auto e banche: due classici ma con una rotazione interna Stellantis è terza tra gli acquisti e seconda tra le vendite. Questo racconta bene la situazione attuale del settore auto: è un
comparto enorme, conosciuto, vicino agli investitori, ma anche
in piena transizione, con una forte concorrenza, innovazioni tecnologiche, prezzi sotto pressione e una domanda a volte imprevedibile. In questo contesto, è normale che sia presente un flusso continuo di ingressi e uscite, in quanto molti investitori saranno più preoccupati di gestire l’incertezza rispetto al tentativo di indovinare il punto perfetto.
Se guardiamo al
mondo bancario, invece, il quadro è particolarmente interessante in quanto, in questo caso, i titoli di acquisti e vendite non sono gli stessi:
Banca Monte dei Paschi di Siena è tra le più acquistate, mentre
UniCredit è tra le più vendute. Non si tratta di un giudizio definitivo sul settore, quanto piuttosto un
segnale di rotazione interna: alcuni investitori privilegiano titoli con prospettive particolari, spesso più volatili e legati a eventi societari, mentre altri realizzano profitti o riducono l’esposizione su nomi di grandi dimensioni e ampiamente presenti nei portafogli. Nel 2026, per le banche la
variabile chiave resta una, anche se sembra non essere ancora sotto i riflettori: i
tassi d’interesse.
I rischi da tenere presentiIl
rischio principale è quello di
confondere attività con opportunità. Un titolo molto scambiato può anche essere un titolo che consuma attenzione e decisioni, ma senza migliorare davvero la qualità del portafoglio.
Il secondo rischio riguarda le
aspettative, soprattutto nei settori di tecnologia e difesa. Quando il mercato si abitua alle buone notizie, smette di premiarle e inizia a reagire negativamente a qualsiasi elemento che non sia perfetto.
Il terzo
rischio è macro: crescita e tassi. Se questi due elementi cambiano rapidamente, si modificano anche le narrazioni del mercato. E quando la narrazione cambia, di solito cambiano anche le classifiche dei titoli più scambiati.