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Bitcoin: la sconcertante illusione della ricchezza facile

Il Bitcoin è una valuta virtuale, senza corso legale e come tale non riconosciuta né difesa e tutelata da alcuna istituzione pubblica o banca centrale, ma oggetto di transazioni interattive tra soggetti diversi in una "magic and internet bank". Nonostante questa palese origine virtuale riesce a diventare una trappola della finanza mitologica capace di illudere tutti di una ricchezza facile da realizzare ma assolutamente aleatoria che finirà, come le bolle finanziarie e speculative insegnano, in un dramma annunciato dall'evidenza della storia e dei fatti, ma oscurato dall'infinita avidità legata alla sindrome di "Re Mida".

Un dramma annunciato di cui nessuno, colpevolmente, sembra preoccuparsi di dovere denunciare, a partire dalle istituzioni responsabili degli equilibri sociali ed economici, o quanto meno di mettere in guardia dal rischio della partecipazione a una sorta di roulette russa approntata a danno dei creduloni del"tutto subito e senza fatica".

Come sempre rimane un enigma la capacità insondabile della psicologia umana di farsi tirare nel dramma da un sottile ed invisibile, nella fattispecie, filo di lana. Ancora una volta sono all'opera i fabbricanti di sogni e di zucchero filato che trovano terreno fertile in cui gettare l'amo della magia sapientemente contrabbandata da possibile verità; lo stesso termine di "criptovaluta" contribuisce ad attribuirgli una qualifica esoterica in cui possa essere richiamato il sogno della"pietra filosofale".

Il "bitcoin" dimostra ancora una volta il dramma del nostro tempo e le vere origini di una crisi antropologica e non economica o meglio finanziaria come continua, stucchevolmente, ad essere disegnata. La "auri sacra fames" come la definisce Virgilio nell'Eneide viene elevata ad emblema della massima felicità e finisce per illudere l'uomo portandolo ancora una volta di fronte al dramma della vita ed al caos dell'egoismo e dell'avidità senza fine.

Il terreno in cui il "bitcoin" trova ancora spazio ha le radici nel campo lontano della speculazione che, nel tempo, ha dato un esclusivo spazio alla tecnica ed alla razionalità dando ad esse un valore metafisico che non hanno a scapito dell'emozionalità accantonata perché non misurabile. La cultura razionalistica applicata all'economia l'ha, innaturalmente, trasformata da scienza sociale quale è e quale continua a rimanere in una scienza esatta.
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