Una modificazione genetica l'ha trasformata da mezzo a fine e fatta finire nell'infinito della
finanza "razionale" priva di ogni fondamento scientifico, ma funzionale ad un suo uso di dominio sovranazionale in cui tutti i suoi strumenti di misurazione e persuasione sembrano essere una verità assoluta quando invece sono totalmente scollegati dal mondo reale. E' paradossale l'asimmetria che si è venuta a creare tra la ricerca e l'affermazione della razionalità assoluta dei mercati rispetto all'esplosione dell'emozionalità dell'uomo che cacciata dalla finestra rientra prepotentemente dalla porta sulle
bolle finanziarie gonfiate dall'immodificabile animo umano.
E' sempre l'emozionalità dell'uomo a prevalere sulla sua presunta razionalità come viene descritto da Galbraiht anche durante la grande depressione nel
Great Crash pubblicato nel 1954 in cui mette in evidenza gli aspetti psicologici sottostanti alla crisi che avevano generato l'illusione della ricchezza ed una straordinaria fuga dalla realtà a cui invece la finanza avrebbe dovuto sottostare. Gli investimenti in titoli azionari venivano fatti non in rapporto al valore del bene reale che si andava ad acquisire ed ai beni materiali sottostanti ma unicamente in virtù del margine finanziario derivante dalla speculazione infatti "quel che conta è che domani o la settimana ventura i valori del mercato salgano come ieri o la settimana scorsa per realizzare un profitto". La speculazione fine a sé stessa si stacca totalmente dal reale per costruire una bolla destinata a scoppiare sulle insane speranze di speculatori accecati dalla loro stessa avidità; il bitcoin né è l'esempio lampante.
L'inizio della storia della finanza mitologica trova evidenza piena quando
Nixon nel 1971 dichiara la fine della convertibilità della moneta in oro, separando l'infinito monetario dal finito reale e preparando il "red carpet" ai mercati fintamente "razionali". Dal 1971 il salto nel vuoto dell'iperuranio monetario avviene con una violenza inaudita ed il valore dell'oro viene fatto crollare di conseguenza per sostenere il passaggio ad un diverso sistema valutario e la carta-moneta, priva di un controvalore reale e finito diventa infinitamente incontrollabile.
Da quell'anno negli Usa il
debito pubblico si impenna e la bilancia dei pagamenti da positiva diventa negativa, l'
inflazione si impenna e per potere continuare a dare un valore al dollaro si crea la sua domanda con il petrodollaro che deve sostenere quella valuta.
Nei seguenti grafici si evidenzia come il 1971 sia lo spartiacque tra l'economia reale e la finanza totalmente separata dal mondo reale e dalle quantità finite; i prezzi dei beni e delle valute saranno il frutto di negoziazioni infinite fatte da operatori che si scommetteranno il nulla, scommesse senza sottostante ma funzionali a determinare le aspettative dei prezzi sistematicamente manipolabili a seconda delle necessità sia finanziarie che di potere geopolitico:
Allo stesso modo i volumi monetari si staccano totalmente da un loro valore reale e finito, moltiplicandosi presso le banche centrali:
Le conseguenze sulla nostra lira e sul nostro paese vengono giustificate come "shock petrolifero", ma in realtà è solo un uso spregiudicato e bellico che consente a quel paese di scaricare agli altri il suo debito ed il petrolio da 1,4 $ al barile sarebbe passato, per noi, a 40$ al barile con il passaggio da un sistema di cambi fissi ad un sistema di cambi flessibili. Noi passeremo nel giro di poco tempo da un'inflazione del 4% ad una del 24%, i BTP emessi per coprire il debito avrebbero dato un interesse del 20% illudendo tutti di una ricchezza fasulla ma dando spazio progressivo ad un potere sovraordinato ai singoli stati in grado di determinare le scelte di politica sociale ed economica.
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