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Il patto

La questione della reflazione fiscale in Europa


Come che sia, il malessere italiano rende più piccola e insufficiente, psicologicamente, la portata della reflazione fiscale che Macron vorrebbe strappare alla Germania e che rischia di fare la fine del piano Juncker. L’Unione attraversa un momento delicato. A est il Gruppo di Visegrád va per conto suo. Otto paesi, guidati dall’Olanda, criticano i piani di reflazione fiscale di Macron e chiedono a lui e alla Merkel di non decidere loro due per tutti i 27 e di non allargarsi troppo nei loro progetti (facciamo, dicono testualmente, quello che bisogna fare e non quello che sarebbe bello fare).

Questa condizione di debolezza indurrà Bruxelles e Berlino a essere abbastanza indulgenti verso l'Italia. Dal canto suo la Bce, consapevole che nel maggio 2019 si vota in tutta l'Unione, manterrà una retorica distensiva e cercherà di prolungare il più possibile la crescita, pur consapevole che i livelli molto elevati che abbiamo visto negli ultimi mesi saranno difficili da mantenere.

Venendo ai mercati, si nota un miglioramento di tono sui bond e una riduzione degli spread di credito. C'è un enorme short sui bond e le ricoperture potrebbero prolungare di qualche settimana questo modesto recupero. L'inflazione, almeno in America, è destinata a salire, ma non alla velocità che i mercati avevano iniziato a scontare.

In questo scenario le borse avrebbero spazio per ulteriori recuperi, ma sono frenate dall'incertezza sui dazi e, soprattutto, dai dubbi su quello che farà la nuova Fed di Powell. L'economia americana mostra qua e là qualche vuoto d'aria nei consumi e il primo trimestre, alla fine, non sarà spettacolare come si era pensato inizialmente ma nemmeno a crescita zero come qualche economista ha cominciato e dire nei giorni scorsi.

Il dollaro è calmo e trae qualche giovamento dalla nomina di Kudlow a capo dei consiglieri economici di Trump. Kudlow è per un fair trade che sia il più possibile free e per un dollaro che sia stabile e, al limite, leggermente più forte. Con queste posizioni, Kudlow fronteggerà i protezionisti duri della West Wing, Peter Navarro in testa.

Continuiamo a raccomandare posizioni costruttive ma leggere. Il 2018 è un anno che non ha più un unico vento favorevole e ha invece molte correnti d'aria, favorevoli e sfavorevoli, che continueranno a incrociarsi disordinatamente.
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