Aspettiamo dunque un Powell vago e ambiguo annunciare quello che sappiamo già e cioè che a settembre il Fomc discuterà del tapering, che a novembre ne deciderà i tempi e i modi e che con l'anno nuovo si inizierà la riduzione effettiva e graduale degli acquisti di titoli.
In realtà, nel mondo reale, il tapering è già operativo attraverso due canali. Il primo è quello dei reverse repo, con i quali la Fed vende titoli, sia pure temporaneamente (il contrario del Qe, che è un acquisto). Il secondo passa per il Tesoro, che si appresta a emettere di più per l'esaurirsi della liquidità in eccesso raccolta l'anno scorso. Ancora per qualche settimana questo secondo canale sarà bloccato dalla necessità di aumentare il tetto all'indebitamento che sta per essere raggiunto, ma ci sono pochi dubbi che, superato l'ostacolo e vinta l'opposizione repubblicana, le emissioni si faranno più massicce.Al di là dei dettagli (non cambia molto se il tapering inizia in dicembre o in gennaio) lo scenario per i mercati rimane invariato. L'indicazione di policy rimane quella di crescere a tutti i costi tenendo i tassi ufficiali immobili qualunque sia il livello dell'inflazione.
È uno scenario che dovrebbe tornare a favorire i titoli ciclici. La parte lunga della curva potrebbe infatti tornare a salire di rendimento, frenando i titoli di crescita. Il permanere di buoni livelli di crescita dell'economia dovrebbe poi rassicurare un mercato che è diventato troppo preoccupato per i rischi di un rallentamento che arriverà la seconda metà dell'anno prossimo, non nell'immediato.
La liquidità a disposizione del mercato si farà gradualmente meno abbondante ma questo, più che sui livelli di prezzo, inciderà sulla volatilità, ora anormalmente bassa. Per chi investe a medio termine la volatilità non è un problema se il trend di fondo rimane, come crediamo, positivo.
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