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Il fallimento della classe dirigente arrivata alla fine della Storia, senza capirlo

Le società cominciano a collassare quando le élite al potere perdono la capacità di affrontare le sfide nuove imposte dalla Storia

Anthony Giddens della LSE (London School of Economics) ricordava impietosamente come l'Italia tendesse sempre a fare la fine della rana nella pentola portata ad ebollizione; la rana non percependo le variazioni termiche, se messa a freddo in una pentola sul fuoco a bollire, finisce cotta senza avvertire il rischio mortale se non quando è troppo tardi.

Così oggi ci troviamo ad affrontare un vuoto culturale e di pensiero nella realtà di tutti i giorni rappresentato dalla rinuncia a pensare in modo creativo, ad affrontare con lucidità ed un pathos vero e ricco di solidarietà il vuoto dell'egoismo e della solitudine quotidiani, il tutto sigillato appunto dal grigiore di una classe dirigente ossificata e fallita al tribunale della "Storia". Da quarant'anni non produciamo più cultura vera, ma viviamo di quella della rendita a tutti i livelli che brucia ricchezza ma non la crea ed il debito pubblico, fuori controllo, ne è la palese dimostrazione.

Tutti evocano l'importanza del merito ma quello dell'appartenenza che si sposa, appunto, con la cultura parassitaria della rendita che porta ad un abbattimento delle competenze professionali e morali a tutti i livelli. Abbiamo pensato di continuare ad essere i cinesi d'Europa fino a quando quelli veri ci hanno riportato alla realtà ed alla necessità di ripensare un modello di sviluppo che sia coerente con la nostra storia, la nostra identità ed in linea con un mondo che cambia, smettendo di farci colonizzare da modelli culturali che non sono nostri e che sono già falliti dove sono stati pensati.
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