I
risultati della finanza deregolamentata si riflettono in una situazione di rischio default socioculturale senza precedenti espressi dai seguenti fatti:
- finanziarizzazione dell'economia reale e concentrazione della ricchezza sempre più polarizzata verso l'alto, crollo della classe media che è il lievito delle civiltà occidentali; per la prima volta da un secolo le famiglie della classe media non sono più la maggioranza del Paese. Amplificazione fuori controllo di una povertà senza sistemi di welfare (il 18 per cento del Pil rispetto alla media europea del 30 per cento);
- crollo dell'occupazione manifatturiera (11 per cento del Pil) a favore di quella dei servizi (23 per cento del Pil), conseguente crescita della disoccupazione mascherata con la sottoccupazione che manifesta un progressivo crollo delle rendite delle famiglie (la caduta dei salari fino all'80 per cento), un conseguente calo dei consumi e un crescente disagio sociale represso con violenza;
- esplosioni di strumenti non regolati come i derivati e gli OTC il cui volume sembra superare un milione di miliardi che manipolano il mercato ed oggi condizionano i prezzi delle materie prime;
- cultura della liquidità a breve e massimizzazione dei valori finanziari tramite una sistematica manipolazione dei dati.
La
crescita del Dow Jones è determinata dal buy-back delle multinazionali che comprano con i profitti (circa il 95 per cento degli stessi secondo Bloomberg) ed a debito con tassi infimi le loro azioni, alterandone il vero valore ed aumentando la massa di liquidità a debito che sostiene il gioco speculativo. L'aumento del valore delle azioni e l'illusione fittizia della crescita è stato determinato almeno per il 50 per cento dalle operazioni di buy-back (
fonte: Morgan Stanley).
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