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Tanto rumore per nulla


L'attacco non poteva essere fatto direttamente al troppo forte euro per cui si rendeva necessaria una strategia periferica simile a quella che gli alleati avevano fatto con Hitler – Sicilia, Italia, Normandia... - così la prima a subire l'attacco è stata la debole Grecia, poi il simile Portogallo, l'Irlanda ed in agosto la Spagna. Passato l'anno una serie di fatti preparano l'attacco all'Italia, il primo fatto strano è l'attacco a Strauss-Khan che viene costretto alle dimissioni per un fatto che solo due mesi dopo sarebbe stato dichiarato inesistente, Strauss-Khan come presidente del FMI suggeriva di aiutare la Grecia, il Portogallo, l'Irlanda e la Spagna, un suggerimento troppo sfidante per i giochi di guerra della finanza.

L'Italia viene attaccata con un innalzamento improvviso e non giustificato dello spread, poi segue il rating ed il collasso del governo. Solo pochi mesi dopo il debito sarebbe salito, il PIL crollato ed il rating peggiorato ma magicamente lo spread sarebbe disceso, il tutto contro un minimo di razionalità evidente.

Oggi questo quadro non è ripetibile perché gli Usa sono al declino, incapaci di affrontare una fase di recessione come tutti i commentatori convengono, e non può rischiare di tornare a giocare al domino come nel 2011. L'Europa è in un equilibrio instabile in merito alla posizione sulle sanzioni alla Russia, l'Ungheria propone un referendum, la Gran Bretagna è di fronte al crollo della sterlina, e l'euro e l'economia europea si sono indeboliti a favore degli Usa. Non è il tempo per giocare a Monopoli ed il mondo della finanza non può permettersi di giocare con il fuoco. L'Italia è un nodo importante nello sfilacciato legame che tiene a stento unita l'Europa dove diversi paesi fanno i loro interessi a scapito del bene comune.

Il gioco è, a parere di chi scrive, troppo pericoloso perché ci stiamo muovendo su una sottile lastra di ghiaccio, una speculazione avversa dimostrerebbe le finalità volutamente offensive e strumentali verso il nostro paese. Così la locuzione "Tanto rumore per nulla", diventata un'espressione gergale che ingrandisce i fatti contro la loro stessa evidenza, può essere un richiamo a pensare la storia, a capire i suoi svolgimenti ed a tenere i piedi per terra.
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