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Il "risiko" finanziario dietro la guerra in Ucraina

In questo caos non governato i veri perdenti siamo noi Europa e purtroppo il nostro paese

La drammatica guerra scatenata dalla Russia in Ucraina ha generato uno scontro che non si esaurisce sul campo bellico, ma si allarga ad un confronto globale più ampio sul piano geopolitico e su quello degli equilibri finanziari che creano differenti condizioni di vantaggi e svantaggi ai diversi paesi, proviamo ad analizzarli.

La guerra segue il già grave shock creato dal Covid che ha segnato profondamente le economie globali ed ha contribuito ad accelerare un processo di decadenza dell'occidente e delle sue istituzioni – Nato ed UE - o quanto meno a mettere in discussione la loro governance e la tipologia delle relazioni tra differenti paesi sempre più conflittuali ed orientati a perseguire l'interesse personale a scapito di quello comune.



La risposta all'attacco russo è stata sul piano delle forniture belliche e sul piano sanzionatorio per indebolire finanziariamente la Russia ed il suo commercio di gas e petrolio ed il suo sistema di relazioni commerciali. Le sanzioni, però, hanno finito per gravare prevalentemente sui paesi europei che dal punto di vista economico subiscono le maggiori perdite a differenza degli Stati Uniti che ne traggono evidenti vantaggi.

Le sanzioni colpiscono maggiormente le aziende europee che avevano sbocchi significativi nell'est europeo ed in particolare con la Russia, il venire meno di sbocchi commerciali ha avuto l'effetto nella riduzione di spazi occupazionali così gli Usa hanno coperto gli spazi lasciati dalle aziende europee.
L'effetto si misura immediatamente con il rafforzamento del dollaro a scapito dell'euro, ma anche della sterlina in un tempo relativamente breve e tale da non giustificare un differenziale così forte tra le differenti economie, la speculazione finanziaria non governata ha alimentato le variazioni tra le valute.
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