Nelle pubbliche amministrazioni – comuni, province, regioni, amministrazioni centrali, università... -
vi sono almeno 6 o 7 organi di controllo e qualche opinionista, invece di domandarsi perché non funzionano, ne propone degli altri; allo stesso modo si ripropongono con testi, in molte parti simili, leggi da anni presenti nel nostro ordinamento ma scarsamente applicate; forse qualche volta vale la pene domandarsi perché le leggi non sono applicate.
Queste carenze si riflettono in ampie aree di evasione fiscale, nella costituzione di zone produttive quasi franche, nella diffusione di comportamenti illeciti che impediscono il formarsi di un'imprenditorialità sana; una tassa patrimoniale non potrebbe colpire il milione e trecentomila immobili non censiti, secondo attendibili stime, ma sarebbe profondamente iniqua per quelli che lo hanno fatto. La
mancata applicazione di adeguati sistemi di controllo nelle amministrazioni pubbliche, che diano indicazione sulle modalità con cui vengono destinate e spese le risorse raccolte tramite le imposte, impedisce di capire il corretto uso delle stesse perché l'unico controllo che viene fatto è se le somme stanziate per i vari programmi previsti in finanziaria sono spese, ma non come lo sono, pertanto
possiamo avere spese assolutamente legittime ma anche assolutamente inutili.
Gli indicatori che esprimono l'efficienza e l'utilità della spesa sono spesso di processo: n° di leggi fatte rispetto a quelle da fare, n° di riunioni fatte rispetto a quelle da fare e così via; per contro non vi sono indicatori di risultato ad esempio: km. di spiagge disinquinate, licenze nei vari settori non controllate, m/cubi edificati senza licenza…; la conseguenza è la mancanza di una chiara rendicontabilità –
principio di accountability – verso i cittadini.
E' per questo motivo che ulteriori sacrifici dovranno essere accompagnati da una crescente
resa di conto tra amministratori ed amministrati perché questa diventi un valore condiviso da tutti. Infatti solo se le persone pensano che il rispetto delle norme non sia solo un obbligo giuridico, ma rappresenti la possibilità di rendere migliore la società in cui viviamo e che lasceremo ai nostri figli, vi sarà una reale e profonda condivisione delle regole che a quel punto potranno essere anche ridotte.
Pensare a
nuove tasse senza mettere mano ad un riordino dei sistemi di controllo e di rendicontabilità rischia di essere una manovra diseconomica, iniqua, di scarsa eticità e non rispettosa dei delicati equilibri sociali.
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