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In partes tres

Un mondo sbilanciato, o troppo forte o troppo debole

Come la Gallia di Cesare, l'economia globale appare divisa in tre parti. La prima, l'America, mostra segnali di surriscaldamento. Le altre due, Europa e Cina, non solo sono in stagnazione o crescono in modo deludente, ma non offrono al momento argomenti per ipotizzare una ripresa in tempi brevi.

I mercati, in questa fase, non apprezzano questo quadro geoeconomico. Scendono quando vengono pubblicati dati forti in America e scendono quando vengono pubblicati dati deboli in Europa e in Cina.

Se esistesse un'unica borsa centralizzata globale, la forza eccessiva degli Stati Uniti verrebbe bilanciata con la debolezza delle altre due regioni. Nessuno, se non a livello locale, si preoccupa troppo se la crescita americana si sta trasferendo da alcuni anni dalla California al Texas e se settori importanti della finanza si spostano da New York a Miami. Wall Street misura l'America nel suo insieme e le statistiche che guarda sono quelle aggregate a livello di Unione, non di singoli stati.

Il mondo però non funziona così. C'è una borsa che fa da direttore d'orchestra. Wall Street, e ci sono borse secondarie che hanno un'autonomia limitata.

A livello globale, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale aggiornate a luglio, la crescita dell'economia sarà, quest'anno e l'anno prossimo, del 3 per cento. L'anno passato è stata del 3.5 per cento.
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