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Per ora regge

La Cina rimane la vera grande incognita per i prossimi mesi


Resta però algido l'atteggiamento della Fed. Il mercato ha dato molto peso alle dichiarazioni di Waller, che ha aperto a tagli dei tassi in tempi brevi in caso di indebolimento del mercato del lavoro. Quella di Waller è però la posizione di un candidato alla successione di Powell che vuole ingraziarsi Trump e togliere spazio a Kevin Warsh, attualmente favorito. Il resto del Fomc, per il momento, tace.

La grande incognita che impedisce di sciogliere la prognosi sull'economia e sui mercati è ovviamente la trattativa con la Cina. È stato giustamente osservato che tanto Trump quanto Xi sottovalutano la determinazione e la capacità di resistenza dell'avversario. Aggiungiamo che sopravvalutano la capacità di resistenza delle loro economie in caso di embargo reciproco. Non c'è dubbio che sulla carta il negoziato appaia molto complicato e difficile, anche perché agli interessi si aggiungono ragioni di prestigio. È però anche vero che le due parti, in qualsiasi momento, potrebbero decidere di applicare una moratoria alle misure restrittive adottate fin qui nel caso ci sia un minimo di spazio per l'avvio di negoziati ufficiali.

In sintesi, la situazione rimane molto fluida. Per il momento non ci sono elementi né per adottare una posizione strategicamente costruttiva né per essere per forza pessimisti. Il tempo che passa lavora per una soluzione positiva nell'ipotesi che l'amministrazione Trump non voglia giocarsi tutto sui dazi e voglia passare a punti del suo programma più graditi al suo elettorato (deregulation e tagli delle tasse) in vista delle elezioni dell'anno prossimo. Alcuni danni prodotti dalla vicenda dei dazi potrebbero però rivelarsi duraturi e tradursi in un marcato rallentamento della crescita.

Operativamente, rimaniamo dell'avviso che le borse europee siano in questa fase favorite rispetto a quelle asiatiche e all'America. Anche l'euro dovrebbe mantenere i progressi conseguiti fin qui e continuare lentamente a rafforzarsi. Sui bond europei grava nel medio-lungo termine l'incognita dell'aumento dell'indebitamento, ma nel breve la pressione deflazionistica che i dazi impongono sull'Europa li favorirà. Sui bond in dollari la possibilità che la curva dei rendimenti diventi ancora più ripida induce a continuare a preferire le scadenze fino a due anni. Oro in fase di consolidamento, ma la Cina continua a comprare.
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