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Dazi USA, Federcontribuenti: il Made in Italy umiliato, l’Europa assente

Economia
Dazi USA, Federcontribuenti: il Made in Italy umiliato, l’Europa assente
(Teleborsa) - "Dal primo agosto, le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti saranno colpite da dazi punitivi del 30%. Una misura unilaterale, brutale, priva di qualsiasi mediazione diplomatica. L’amministrazione statunitense ha deciso di colpire il cuore del Made in Italy, lasciando le nostre imprese e i nostri lavoratori esposti a una nuova ondata di crisi. E mentre Washington incassa miliardi in dazi — quasi 100 nei primi sei mesi del 2025 — l’Italia rischia di pagare un prezzo altissimo, in termini economici, occupazionali e strategici".

A lanciare l’allarme è Federcontribuenti, nel sottolineare che "questa non è politica commerciale: è un attacco frontale al nostro sistema produttivo. E il silenzio dell’Europa è assordante, denuncia Federcontribuenti, lanciando un appello a tutte le istituzioni italiane ed europee: è il momento di reagire, con forza, lucidità e tempestività. L’Italia, evidenzia l’associazione, esporta ogni anno oltre 30 miliardi di euro di beni verso il mercato statunitense".

"Settori vitali - prosegue - come l’agroalimentare, la moda, la meccanica, l’arredamento e l’automotive stanno già registrando segnali preoccupanti: cancellazioni di ordini, contratti congelati, catene del valore interrotte. Non si tratta di allarmi teorici: intere filiere stanno entrando in crisi, con ricadute dirette sull’occupazione e sul PIL".

Secondo Federcontribuenti, è ormai evidente che "non ci troviamo davanti a un semplice aggiustamento tariffario, ma a una vera e propria guerra commerciale. Gli Stati Uniti stanno deliberatamente tentando di ridimensionare la competitività europea, con il Made in Italy come primo bersaglio. Per questo - conclude l’associazione - servono risposte immediate, coordinate e incisive. Il tempo delle analisi è finito. Il Governo italiano deve attivare strumenti straordinari a tutela delle imprese, pretendere contromisure da parte dell’Unione Europea e sostenere i territori colpiti. Perché ogni giorno di inazione è un giorno perso, ed ogni ritardo è una sconfitta annunciata".
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