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La recessione e il millepiedi


Recessione
I giornali riportano:

“Il Presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, per la prima volta ha avuto il coraggio di pronunciare quella parola che inizia per R (Recessione).

Pronunciarla apertamente è stato quasi un gesto di liberazione, ha pensato Wall Street, un altro segno che il peggio è passato”.


Ma perché simili considerazioni?

Cosa suscita la parola recessione?

Perché è temuta?

Semplice, perché il suo significato è negativo, evoca pericoli, significa: depressione, dare addietro, ritirarsi dal passo fatto, rinunziare, abbandonare (vocabolario F. Palazzi).

E’ il contrario di crescita.

Se poi la parola Recessione è brandita come una clava, così da creare immagini negative, che dettano comportamenti proiettati al pessimismo, la frittata è fatta.

Sponsorizzando la parola Recessione si finisce per creare paure oltre misura, che fanno tirare i remi in barca, così da lasciarsi trascinare passivamente in attesa di spiri di vento favorevole.

Si diventa gli artefici del male temuto.
Si innesca il “fenomeno di contagio”, studiato da Francis Galton, che lo rappresenta con una funzione dall’andamento sigmoideo, dove la curva cresce prima lentamente e mano a mano che il contagio si sviluppa, la curva accelera per poi rallentare, fino a quando il contagio si smorza e riprende l’andamento normale.
Il pericolo deriva sì da fatti reali esterni, ma molto dalle rappresentazioni mentali create nella mente degli Operatori; e si sa, per dirla con il premio Nobel Gerald M. Edelman, che la metafora viene prima della logica.

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