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La "morsa" delle banche stringe sui risparmiatori

E l'America cosa ha fatto?

Dall'altra sponda dell'Oceano, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha già firmato il provvedimento che dispone un pacchetto di aiuti al sistema finanziario americano da 700 miliardi di dollari.

La Casa Bianca inoltre si prepara a varare un piano di aiuti da 13,4 miliardi di dollari, più 4 miliardi disponibili da febbraio, per le case automobilistiche di Detroit.

Le case automobilistiche avranno tre mesi di tempo per avviare un piano di ristrutturazione senza così dover ricorrere al chapter 11, General Motors e Chrysler potrebbero evitare così il fallimento. Per il Presidente Bush, non si tratta di favorire le compagnie automobilistiche ma di evitare che l'economia statunitense collassi.
Nel frattempo passa al timone il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

La nuova Amministrazione Obama, propone subito un pacchetto di aiuti da 800 mld di dollari, per rilanciare l'economia in recessione. Il Piano si propone di dare un impulso all'economia, attraverso il sostegno della spesa dei consumatori e tagli fiscali per la gran parte dei contribuenti, con l'intento di salvare 3,5 milioni di posti di lavoro.
Previsto anche l'ampliamento della spesa per infrastrutture.

Mentre i vari governi cercano tutte le soluzioni possibili e immaginabili per uscire dalla crisi, nella mente dei risparmiatori si annidano tante domande a cui nessuno sa rispondere, tantomeno le banche.

Posso fidarmi dell'istituzione alla quale sto prestando i miei capitali? Posso investire in prodotti finanziari senza "incappare" in titoli tossici?

Domande legittime anche perché se facciamo un passo indietro la crisi dei subprime è scoppiata quando ancora non si conosceva bene di quale virus si trattasse.

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