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Far finta di dormire, seduti su miniere d’oro

Inutile attendere il Job Act o la Spending rewiew: per crescere basta valorizzare quello che già esiste.

Oggi non c’è più bisogno di scavare, ci sono soluzioni e tecnologie che consentono di usare velocemente le infrastrutture della illuminazione pubblica per far passare la fibra ottica. La soluzione finanziaria è a portata di mano: i sindaci dovrebbero far emergere contabilmente l’infrastruttura di illuminazione pubblica, che è un “asset affondato”, per renderla autonoma: i cavidotti sono ideali per farvi passare la fibra ottica, che passerebbe così davanti ad ogni portone di casa, mentre i pali della luce, equipaggiati con speciali lampade a Led, potrebbero essere dotati di piccole antenne per diffondere il wi-fi o anche il wi-max per coprire aree anche molto vaste: niente di più banale, visto che sono alimentati dalla corrente elettrica e connessi alla fibra ottica.

I comuni non farebbero concorrenza a nessuno, perché si limiterebbero ad offrire la connettività a qualsiasi operatore di telecomunicazioni o televisivo la volesse usare. Se poi vendessero anche il 30% dell’infrastruttura, ripianerebbero i debiti che hanno con le banche. Anzi, sarebbero queste le prime ad essere interessate all’operazione.

Tutti avrebbero da guadagnarci: i comuni potrebbero abbattere i debiti, ricavare royalties e ridurre le tariffe della TASI; consumeremmo tutti meno energia elettrica ed avremmo a disposizione una rete di telecomunicazioni a banda ultra-larga. Magari, potremmo utilizzare in futuro la medesima rete anche per alimentare le batterie delle city car elettriche.

Se si rimane seduti sulla miniera d’oro c’è un perché: l’innovazione che deriva da questa trasformazione metterebbe in discussione monopoli di rete, oligopoli di servizi, mercati e modelli di business difesi ad ogni costo. Perdiamo anni a leggere di Agende digitali e di Piani di investimenti megagalattici: rimangono sulla carta, perché servono troppi soldi.

Non si dorme affatto, seduti sulle miniere d’oro. Si vigila, perché nessuno ci metta le mani sopra. Per metterci una pietra sopra si pronunciano le solite tre parole: “Non è possibile”.

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