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L'Unione dei Furbetti

Ognun per sé: Asse franco-tedesco, Nuova Lega Anseatica, Gruppo di Visegrad...

Tutti europeisti, ma solo a parole.

Nei fatti, però, l'anello al naso non ce l'ha nessuno: quando si tratta di difendere l'interesse nazionale, non si va mai per il sottile.

Ha destato scalpore, almeno in Francia, il fatto che il governo olandese abbia acquistato sul mercato un bel po' di azioni della joint-venture Klm-Air France, per portare la propria quota di partecipazione allo stesso livello di quello francese.

La stessa cosa sta accadendo nel settore automobilistico, nell'ambito della alleanza franco-nipponica tra Renault, Nissan e Mitsubishi: i giapponesi mordono il freno, e non ci stanno a fare i portatori d'acqua.

Così va il mondo: gli interessi nazionali sono determinanti. Ad ogni azione, corrisponde una reazione.

Il motivo è presto detto: con il Patto di Aquisgrana, Francia e Germania hanno deciso di allearsi per fare massa critica anche nel campo industriale, in modo da affrontare ad armi pari la concorrenza dei colossi americani e cinesi. In particolare, i due governi vorrebbero che l'Antitrust europeo modificasse i propri orientamenti al fine di consentire le fusioni tra imprese del settore, anche a costo di sacrificare la concorrenza in ambito comunitario: il "mercato rilevante" è il mondo. La richiesta è stata formulata subito dopo la bocciatura della fusione nel settore ferroviario tra la francese Alstom e la tedesca Siemens: l'asse franco-tedesco vuole mettere insieme le sue industrie per fare cappotto.

Per essere chiari: agli Olandesi non va giù che i Francesi facciano la parte del leone nell'alleanza tra i due vettori aerei. Ed hanno cominciato con le contromisure azionarie.

L'Olanda, il Belgio, il Lussemburgo, la Danimarca, la Svezia, ed i piccoli Paesi del Baltico come la Lettonia, la Lituania e l'Estonia, hanno timore di venire risucchiati nel vortice del dopo Brexit: la Gran Bretagna aveva avuto sempre un peso sufficiente per bilanciare l'asse franco-tedesco.
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